Proposte UCIIM per la scuola (n. 5/2020)

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Elena Fazi, Vicepresidente nazionale UCIIM

 

Il 9 Maggio 2020 sono stati convocati online gli Organi Nazionali UCIIM per riflettere approfonditamente sugli scenari che potranno presentarsi nei prossimi mesi con lo scopo di proporre concretamente vie percorribili perché la scuola resti al centro dell’attenzione del Paese e diventi sempre più motore di innovativo progresso per l’avvenire.

Infatti al punto 12 del nutrito ordine del giorno era indicata la richiesta ai membri del Consiglio di offrire Proposte per la scuola in generale e per la riapertura a settembre in particolare.

Già come Presidenza ci eravamo attivati chiedendo pareri sui punti indicati nella seguente tabella.

 

1. Formazione Didattica
Metodologie
2. Curricoli scolastici e discipline
3.Organizzazione orario scolastico
4. Valutazione di fine anno

ed Esami di Stato

5. Sanificazione dei locali

scolastici

6. Varie

 

La Consigliera Emerita Anna Bisazza ha sapientemente provveduto a stilare la sintesi degli appassionati, preoccupati ma concreti interventi, che riportiamo, ringraziandola per il lavoro.

  1. La Formazione dei docenti, compito primario per la nostra Unione, è la preoccupazione e l’impegno che anche in questo periodo stiamo perseguendo a raggio nazionale con alcuni corsi specifici molto richiesti e seguiti (in primis DAD: dall’apprendimento a distanza alla costruzione di comunità educanti); con iniziative di condivisione di buone prassi esemplificative come DAD per l’inclusione, apprezzata e pubblicizzata anche dal Ministero dell’Istruzione; con il supporto a livello emotivo e proattivo per studenti, docenti, genitori e dirigenti, Uniti per rinascere.

Pur riconoscendo e apprezzando lo sforzo e l’impegno dei docenti per far fronte alle esigenze impreviste di dover convertire la consueta attività professionale in modalità on line, si evidenzia:

  • in gran parte i docenti non sono preparati ad affrontare un tale stravolgi- mento del loro lavoro, sia dal punto di vista della padronanza degli strumenti informatici, sia sotto il profilo metodologico;
  • agli alunni manca la possibilità di socializzare con i compagni (molti ragazzi amano fondamentalmente questo aspetto della scuola) e di relazionarsi con i docenti;
  • la DaD (tra l’altro non gradita all’UNESCO) anche se attualmente indispensabile può essere una modalità transitoria e parziale perché mortifica la dimensione della interazione che necessita di gestualità, di mimica, di sguardi, oltre che di parole

Per far fronte a tutto questo, appare necessaria e urgente l’acquisizione di metodologie adeguate alla didattica on line, che non può essere improvvisata né consistere nel filmare lezioni tradizionali e caricare compiti altrettanto tradizionali sulle spalle di alunni e genitori. Bisogna calibrare anche i tempi, approfondire gli elementi comuni e quelli differenti della didattica in presenza e della DaD, valutare le difficoltà, riflettere sulla efficacia, rivedere totalmente il modo di «fare scuola». L’UCIIM intende proseguire sulla strada della formazione lavorando e approfondendo tutti questi aspetti.

  1. Una seria ricerca va portata avanti velocemente sui curricoli scolastici e le discipline: vanno aggiornati i curricoli, che devono puntare sulle conoscenze essenziali, sugli apprendimenti significativi, sul favorire l’acquisizione da parte dei ragazzi dell’analisi critica e dell’approc- cio cognitivo volto al problem solving, sul definire obiettivi e perseguire le abilità sociali e le competenze trasversali in vi- sta di un mondo sostenibile. L’utilizzo dei media nelle discipline appare abbastanza complesso e potrebbe essere poco funzionale se non proposto secondo metodologie specifiche e idonee.

Alla riapertura delle scuole sarà indispensabile avvalersi di metodologie innovati- ve quali la flipped classroom; l’apprendimento peer to peer; la socializzazione dialogica di esperienze e documenti… Ogni scelta dovrà essere basata su ciò che è epistemologicamente essenziale e di- datticamente generativo, in riferimento all’età degli alunni.

  1. L’organizzazione dell’orario scolastico (e non solo), applicando la flessibilità consentita dall’autonomia istituzionale, dovrebbe individuare le modalità più rispondenti alle esigenze della comunità scolastica. Entro un quadro protocollare nazionale a maglie larghe, si potrebbero: alternare didattica in presenza e a distanza; ridurre l’unità oraria (specie on line, per evitare che gli alunni trascorrano molte ore davanti allo schermo), recuperando così i tempi residui per attività di gruppo o interdisciplinari; gli insegna- menti teorici potrebbero essere allargati a più classi, le attività pratiche svolte per gruppi; potrebbe essere necessario fare alternare gli alunni in gruppi di presenza e/o aprire le classi in orizzontale e verticale; attivare l’attività didattica anche il sabato; scaglionare entrate e uscite; utilizzare l’organico per l’autonomia; diminuire il numero degli alunni per classe. La complessità organizzativa comporterà un’articolazione di tempi e di attività non facilmente realizzabile, specie in quei contesti scolastici ove non ci sono consolidate esperienze di lavoro in comune in vista di obiettivi unitariamente perseguibili.

A settembre, perdurando uno stato di emergenza, sarà utile partire con una mo- dalità mista (DaD e presenza) il più possibile lineare; un orario ridotto per i ragazzi permetterebbe soluzioni diverse, ma garantirebbe la possibilità per i docenti (senza superare il monte orario settimanale) di lavorare anche in presenza con gruppi alternati.

Bisognerà tenere presente che gli alunni più piccoli hanno assoluto bisogno di un lavoro in presenza, sia ai fini dell’apprendimento sia per instaurare insostituibili relazioni con i docenti e socializzare con i compagni. Anche per le prime classi degli altri gradi di scuola è assai importante la presenza per non cadere nel disorienta- mento e nella dispersione.

Un’attenzione del tutto particolare va rivolta a coloro che hanno Bisogni Educati- vi Speciali, poiché il superamento di ogni disagio e l’auspicabile crescita possono realizzarsi solo attraverso l’inclusione nel contesto scolastico dei pari.

  1. La valutazione non può non risentire del- lo stato di emergenza in atto. Agli alunni non si può certo richiedere ciò che non hanno avuto, quindi la valutazione di questa fine anno dovrà essere più indulgente, in considerazione dello sbandamento generale, delle limitazioni e delle difficoltà di ciascuno. La storia scolastica di ogni ragazzo e la conoscenza profonda che di lui hanno maturato i docenti dovranno essere considerati di primaria importanza. Ciò non è, tuttavia, sinonimo di sanatoria tout court.

L’impianto proposto per gli Esami di Sta- to del 2° ciclo può essere accettato, re- sta in dubbio la modalità attuativa degli esami di licenza media, anch’essi (per norma costituzionale) rilasciano ancora un titolo legale. I ragazzi in grande mag- gioranza chiedono l’esame in presenza. In ogni caso l’esame di terza media è la loro prima prova di iniziazione sociale e non possono essere ignorati il significato e il valore che esso assume nella formazione della persona.

  1. È di notevole importanza tenere costantemente presente la situazione sanitaria e non trascurare ogni azione di prevenzione contro la diffusione del virus, quale la sanificazione dei locali scolastici, avendo chiare e definite disposizioni normative realmente applicabili: dettagliati protocolli di verifica sanitaria personale e di comportamenti; adeguati dispositivi di protezione; riferimenti ai servizi di medicina territoriale responsabili; precisazione di tempi, di compiti e funzioni del personale addetto e opportunamente formato.
  2. Ad ogni piè sospinto varie problematiche vanno affrontate: i trasporti sia quelli a carico dei Comuni e ancor più i mezzi pubblici per studenti e personale; non tutti gli alunni sono in possesso di device, non sono in condizione di seguire la didattica on line e conseguentemente re- stano esclusi, andrebbero, quindi, dotati degli strumenti necessari, troppo spesso i ragazzi e le famiglie non hanno a disposizione neanche un qualunque strumento per il BYOD ossia bring your own device, porta il tuo dispositivo; i testi scolasti- ci vanno rivisti e resi strumenti validi e complementari alla didattica on line; il numero talvolta eccessivo degli alunni per classe; l’edilizia scolastica con spazi aperti limitati e ambienti normalmente inadeguati e assolutamente inidonei in relazione alle nuove necessità di distanziamento; bisognerebbe anche tenere in conto le risultanze delle ricerche degli esperti socio-sanitari, secondo le quali i bambini e i ragazzi risulterebbero refrattari al virus, e trovare soluzioni per  la prevenzione degli adulti; sarebbe opportuno orientare in maniera specifica l’utilizzo del bonus docente alle reali esigenze della formazione professionale; le utopistiche visioni dell’optimum in ogni  situazione  vanno  bandite, tenendo «i piedi per terra» e riflettendo su dati concreti.

Il Consiglio ha voluto, tuttavia, evidenziare anche le positività emergenti in questo tempo di pesanti difficoltà. Va sottolineato che la scuola ha resistito dignitosamente come caposaldo sociale e delle istituzioni, recuperando in buona misura credibilità. Gli insegnanti, nella stragrande maggioranza, si sono sentiti responsabili dei propri alunni e hanno cercato in tutti i modi di essere loro vicini e di sostenerli.

I rapporti scuola – famiglia si sono rinsaldati (la famiglia si è mostrata più collabo- rativa e la scuola l’ha supportata); questa positiva alleanza non va dispersa, anzi va potenziata sempre nel rispetto delle rispettive competenze e con una nuova fiducia reciproca.

È stata in gran parte vinta la riluttanza di molti docenti nei confronti della comunicazione on line, non per privilegiarla, ma nella considerazione della utile tempestivi- tà dello strumento e per la convinzione che «nulla sarà come prima».

L’emergenza, le limitazioni, il lockdown, il senso di impotenza hanno indotto tutti noi a considerare più attentamente tante realtà umane e il senso delle cose, a va- gliare l’essenziale, a giudicare i propri comportamenti e ad apprezzare chi e cosa ha valore: eccezionale insegnamento di educazione civica.

Invitiamo i soci ad esprimere le loro pro- poste e condividerle, più ancora di quanto generosamente già fanno, unitamente alle loro esperienze di lavoro in DaD.

 

RINASCEREMO.