La Scuola e l'Uomo - n. 7-8 - Luglio-Agosto 2022

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIX- Numero 7-8 - Luglio-Agosto 2022 9 mento dinamico delle inclinazioni umane a un bene generale, vissuto in comunità. Le virtù sono lo sviluppo e la piena attuazione di tratti caratteriali che dispongono gli esseri umani per giudicare e agire bene per il fiorire umano, per il bene comune che è costitutivo di quella fiorente. Ma non dovrebbero essere visti come puramente strumentali a una concezione esternalizzata di eudaimonia. La pratica delle virtù è preziosa in sé stessa e costitutiva della prosperità umana. Secondo MacIntyre, lo standard primario cui applicare il giudizio è la possibilità di caratterizzare e valutare la persona in quanto agente virtuoso, persona che, attraverso la sua vita e azioni, incarna ciò che significa per gli esseri umani vivere bene in comunità. La Scuola assurge al posto che le spetta di istituzione costitutiva della forma di Stato repubblicana, se si rinnova come realtà sociale che interseca il principio costituzionale di sussidiarietà con l’apertura alla meraviglia declinando in forme sempre nuove il compito sorgivo di insegnare la contemplazione del bello, come fonte inesauribile e sempre nuova di sentirsi parte di una Comunità. La Scuola è stata sempre percepita come lo specchio della comunità che la generava. Questo valeva già per la prima scuola istituita di cui si abbia notizia, la confraternita dei pitagorici, il cui scopo era l’iniziazione dei giovani a un bios theoretikos, inteso come stile di vita capace di elevarsi al di sopra del mero perseguimento dell’utile, come è stato ben rilevato da Platone e Aristotele. Recentemente sono stati pubblicati alcuni interessanti testi sulla situazione complessiva della scuola in Italia, con particolare attenzione al tema della valutazione e della gratificazione dei meritevoli. Uno di questi è Il danno scolastico (3), redatto da Mastrocola e Ricolfi, in cui si rileva come la Scuola abbia perso la sua funzione di ascensore sociale, come si può riscontrare dall’ampliarsi a dismisura della forbice sociale che in Italia da alcuni anni inesorabilmente si allarga sempre più, privando nella concretezza gli studenti delle opportunità di crescita economica e time che il diritto cerca di regolare. Il diritto è regola dell’agire finalizzata al bene comune, un prodotto della ragione ordinante e dialogante, non di una volontà adespota, che senza ragione è cieca e di conseguenza arbitraria. Dietro ogni legge positiva c’è sempre un giudizio di valore sul fenomeno che si vuol regolare con quella legge. Tale visione di legalità, che ho condiviso fin da quando ho lavorato al ministero della Salute per il superamento degli OPG, mi porta a ritenere che lo scopo dell’educazione sia intersecantesi con lo scopo ultimo dell’attuazione della legalità in una società improntata all’ideale repubblicano di uno stato sociale che voglia realmente aumentare il benessere, o ridurre il malessere, di più persone possibili. Oggi la nostra Scuola è interpellata come non mai da un continuo stato di eccezione, dall’emergenza della guerra in Europa e dal vissuto drammatico connesso alle conseguenze della pandemia, a condurre una riflessione interdisciplinare sul tema della pace, del vivere insieme e della cittadinanza, a fronte delle profonde trasformazioni che stanno interessando il pianeta. Ritengo necessario che la Scuola ritrovi e rinnovi il suo senso profondo attraverso un ripensamento delle nozioni di persona, bene comune, virtù, quali cardini di ogni pedagogia possibile, nelle molteplici declinazioni dell’essere scuola oggi, nelle situazioni di emergenza come è capitato nella DID e nelle situazioni di confine come il carcere. La persona nella sua crescita impara a cercare il bene comune di per sé, lasciando sviluppare, secondo i gradi di universalizzazione etica descritti da Kohler, una base motivazionale che tende ad universalizzare il bene comune. Questo, aggiungendo qualcosa alla ricostruzione operata da MacIntyre in Animali razionali dipendenti (2), spiega perché gli esseri umani hanno bisogno delle virtù. Le virtù umane non sono semplicemente strumentali all’efficacia basata sui ruoli: il resoconto delle virtù come standard interni alle pratiche ne fornisce solo una definizione parziale che necessita di essere completato dall’ordina- (2) A. MacIntyre, Animali razionali dipendenti. Perché gli uomini hanno bisogno delle virtù, Vita e pensiero 1999. (3) Paola Mastrocola, Luca Ricolfi, Il danno scolastico, La Nave di Teseo 2021.

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