LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIX- Numero 7-8 - Luglio-Agosto 2022 XXVI I municazione personale; ● maggiore efficacia del Piano Educativo Individualizzato (PEI), definito sul progetto di vita quotidiana indipendente della persona; ● potenziamento degli strumenti di inclusione linguistica; ● istituzione di un Fondo nazionale, integrativo di quello regionale, per viaggi-studio, gite scolastiche, tempo libero nel doposcuola e acquisto di attrezzature sportive e strumenti musicali; ● istituzione di una rete scolastica presidio di comunità nelle periferie e nelle aree interne; ● realizzazione di ambienti di apprendimento sostenibili, accessibili, innovativi, sicuri e dotati di sistemi di aerazione; ● revisione della composizione del Consiglio di istituto per garantire maggiore rappresentanza e partecipazione di studenti e studentesse. La valorizzazione del personale della scuola, attraverso: ● allineamento delle retribuzioni alla media europea, entro i prossimi cinque anni, mediante un nuovo contratto di lavoro, che investa su rinnovamento professionale, riveda la procedura sulla formazione incentivata, definisca orario di lavoro, incarichi e sviluppo di carriera; ● organici dell’autonomia in grado di assicurare il diritto al successo formativo, nonché stabilità e continuità ai lavoratori della scuola; ● incremento dell’organico dei docenti di sostegno e della scuola dell’infanzia, per garantire l’estensione del tempo pieno; ● progressivo accesso al ruolo dei docenti precari mediante procedure specifiche che ne valorizzino esperienza e competenza professionale; ● nuovo sistema per la formazione e selezione dei dirigenti scolastici nonché eliminazione progressiva delle reggenze; ● potenziamento della struttura amministrativa e gestionale delle scuole, del contingente di personale tecnico e dei collaboratori scolastici; ● procedure rapide affinché le retribuzioni per supplenze saltuarie siano saldate entro 30 giorni. Istituzionalizzare e finanziare i Patti educativi di comunità – secondo linee guida ispirate al principio della co-progettazione tra scuola, enti locali e del Terzo settore, nel rispetto dei ruoli e specifiche competenze – e le équipe multidisciplinari (pedagogista, educatore, psicologo) a sostegno della comunità educante e in accordo con i servizi psico-pedagogici territoriali di prossimità. Il potenziamento dell’istruzione degli adulti e dell’apprendimento permanente, mediante l’evoluzione (anche in senso architettonico, per configurare gli spazi alle esigenze di persone adulte) dei Centri per l’istruzione degli adulti in «Poli Onnicomprensivi» per il conseguimento dei titoli e la frequenza a percorsi per l’acquisizione di competenze per la cittadinanza. Definire i livelli essenziali delle prestazioni per il sistema di istruzione, per assicurare l’esigibilità del diritto in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Italia 2027: la nostra visione Nel nostro Paese si registra un elevato numero di giovani che non studiano, non si formano e non lavorano (NEET), un numero di abbandoni precoci più elevato della media europea (13,1% pari a circa 543.000 giovani rispetto al 9,9% europeo), con livelli maggiori nel Mezzogiorno, tra gli alunni stranieri e tra quelli in condizioni di svantaggio economico, sociale e personale. Divari che gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno purtroppo aumentato. Nonostante le tante azioni positive e generose dell’intera comunità scolastica (studenti, docenti, dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi, personale tecnico amministrativo e collaboratori scolastici), le differenze e le distanze tra parti del Paese sono aumentate, con un peggioramento del rendimento scolastico (solo in parte recuperato nel 2022) ed un allargamento delle distanze tra gli studenti. In questo contesto, i docenti vivono una generale crisi di identità, di scarso riconoscimento sociale della loro funzione educativa e di perdita di fiducia. Gli studenti, allo stesso modo, soffrono ancora le difficoltà portate dai due anni di pandemia. Gli spazi si rivelano non sempre sicuri ed adeguati. Ma il mandato costituzionale è chiaro: se la scuola non ce la fa, non ce la fa la democrazia. Per questo
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