LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIX- Numero 7-8 - Luglio-Agosto 2022 IV che nel periodo pandemico si è dimostrato un presidio imprescindibile, ma garantito in pochissime realtà. Mettere a centro del percorso di istruzione esperienze formative che concorrano, nella loro pluralità e gradualità, a formare dei cittadini critici, consapevoli, liberi. Assumere e garantire stabilità e la maggiore continuità possibile ai docenti di sostegno; così come crediamo che sia giusto porre il problema di estendere garanzie (in termini di retribuzione e diritti) ad altre figure professionali che operano nella scuola, come gli assistenti per l’autonomia degli alunni diversamente abili. Modificare il sistema di valutazione. L’impianto di una valutazione quantitativa e selettiva è un fattore determinante nella cristallizzazione delle diseguaglianze in seno alla scuola perché classifica e non favorisce alcuna reale consapevolezza. Inoltre, la competitività data dal sistema numerico influisce, come fattore di stress, nell’emersione del forte disagio che accompagna i percorsi scolastici di molti alunni e alunne. Per questo pensiamo sia fondamentale che una scuola realmente democratica, universalistica e inclusiva, si apra a un dibattito serio sulla valutazione numerica, anche al di là della scuola primaria. Rivedere l’orientamento scolastico; così come realizzato attualmente, attraverso dispositivi come i forum e le fiere, si presenta come un vero e proprio mercato in cui le scuole si trovano a concorrere disperatamente per garantire un numero di iscritti che non pregiudichi i posti in organico e quindi il mantenimento delle classi e delle cattedre; rimettendo, invece, al centro, le reali aspirazioni degli alunni e delle alunne. Far fronte a cambiamenti, come quelli determinati dall’era digitale, che stravolgono completamente il rapporto di tutti e di tutte con la conoscenza e con le relazioni umane. Per questo diffondere una pedagogia critica dell’era digitale; la digitalizzazione deve essere un processo serio e profondo da non affrontare con interventi propagandistici o estemporanei, come l’introduzione burocratica e posticcia delle cosiddette «competenze non cognitive», così com’è accaduto con l’inserimento dell’Educazione civica. A nostro avviso è imperativo sottrarre la PCTO (alternanza scuola-lavoro), aprendo una riflessione seria, nel mondo della scuola in tutte le sue componenti, sul rapporto tra formazione scolastica, mondo del lavoro, competenze professionali, diritti; per lavorare ad una nuova legislazione che tenga fermamente al centro il percorso educativo e formativo e la crescita complessiva dei ragazzi e delle ragazze. Non confondere l’attività formativa scolastica, con altre attività, che possono arricchirla e stimolarla, ma non sostituirla; essa deve essere l’espressione di un progetto educativo elaborato dalla comunità scolastica. I patti territoriali di comunità e le alleanze con il territorio dovranno prevedere che ogni progetto venga promosso dalla scuola, proprio per rispettare le sue prerogative costituzionali senza alcuna possibilità di deroga e di delega. Opporsi all’autonomia differenziata non solo perché tocca i diritti e la loro universalità, ma anche perché, nel contesto scolastico, essa, in preoccupante sinergia con l’interpretazione dominante dell’autonomia scolastica, determina una inaccettabile frantumazione del sistema formativo nazionale sul piano delle diseguaglianze materiali, dei contenuti e delle metodologie formative. Abbandonare la logica del risparmio che ha contraddistinto tutti i recenti provvedimenti in materia di assunzione e reclutamento del corpo docente. L’ultimo Decreto, concepito fuori da ogni logica di concertazione democratica, ha trasformato l’accesso al ruolo, di chi insegna da anni, in una «corsa ad ostacoli». Va aperta una discussione seria sul superamento del precariato e sulla formazione dei docenti. Serve una riforma che vada in tutt’altra direzione: garantire percorsi lineari e costanti per un lavoro stabile e una formazione rigorosa, seria e gratuita. È necessario che i docenti siano numerosi in rapporto agli studenti, siano ben formati e soprattutto siano stabili e possano garantire quella continuità didattica che è presupposto fondamentale per qualsiasi progettualità curricolare. Ritornare all’esperienza dell’organico funzionale ovvero di un monte ore aggiuntivo a quello strettamente curricolare, di cui le scuole dispongano, per articolare progettualità specifiche; investire per garantire un sostegno psicologico permanente nelle scuole,
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