LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIX- Numero 7-8 - Luglio-Agosto 2022 III do numeri, spazi, metodi e funzioni – la partecipazione di studenti e studentesse alla vita e all’organizzazione della scuola, per superarne una evidente burocratizzazione e rimotivare tutte le componenti scolastiche – pur nella distinzione dei ruoli – ad una visione realmente democratica e partecipativa. Nell’ottica di subalternità alle «esigenze dell’impresa» (assunte come paradigma assoluto), vi è stata una spinta alla trasformazione di istituti tecnici e professionali, ripensati solo allo scopo di «colmare il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro»; occorre, invece, considerare ogni indirizzo della scuola secondaria superiore come occasione di formazione e crescita umana e civile; riaprendo, semmai, la riflessione su un biennio unico. L’ingente stanziamento di risorse in edilizia – che dovrebbe, tra l’altro, privilegiare il recupero del patrimonio pubblico e le fonti rinnovabili – si dimostra un intervento di facciata, in assenza di stanziamenti che, a fronte di nuove strutture, possano poi coprire i costi del servizio e quindi del personale. In Italia si nega ancora il riconoscimento giuridico del diritto di cittadinanza, alle persone di origine straniera, nate in Italia e figli di immigrati, e tra esse, tanti studenti e studentesse, pur se condividono una condizione di fatto indistinguibile da quella vissuta da studenti italiani «di diritto». In aperto contrasto con la scuola aziendalista, occorre aspirare a una scuola plurale, aperta, partecipata, in cui ogni individuo possa riconoscere le proprie aspirazioni e le proprie potenzialità, indipendentemente dalle domande del mercato. È necessario far sì che la scuola torni a essere un vettore di mobilità sociale e non che certifichi, cristallizzi o addirittura moltiplichi le disuguaglianze in essere. Intervenire con una legge ad hoc per contrastare la piaga della povertà educativa nelle periferie e nelle realtà più sofferenti. Cambiare radicalmente finalità e metodologie degli strumenti INVALSI, rimettendo al centro le scuole, i loro organi collegiali, per il recupero di limiti e ritardi; occorre ribaltare l’impostazione di un PNRR che riempirebbe di soldi le scuole «meritevoli» e di inutile tutoring le scuole in maggiore difficoltà, invece di garantire organici e finanziamenti. Cancellare l’attuale legislazione relativa ai dita di ben 86.931 posti da insegnanti con un aumento inevitabile del numero degli studenti per classe; 2. l’estensione del tempo scuola (tempo pieno e tempo prolungato, a seconda dei diversi ordini di scuola) in tutte le scuole del territorio nazionale; affinché sempre meno giovani e adolescenti siano lasciati soli con le proprie difficoltà; proponiamo, tra l’altro, di estendere l’obbligo scolastico a 18 anni. 3. la gratuità dell’istruzione, dal nido all’università, per tutte e tutti; assumendo, cioè, il diritto universale al sapere come carico di una fiscalità generale realmente progressiva e come parte di un patto tra le generazioni; 4. la creazione di Zone di educazione prioritaria e solidale – con ulteriori interventi di organico e finanziari – nelle aree di maggiore difficoltà sociale e culturale; ribaltando la logica che premia e rafforza, fuori da ogni logica solidale, solo le realtà più forti e solide; in aperta controtendenza con l’indirizzo a valorizzare e finanziare le scuole che abbiano conseguito risultati brillanti nei test standardizzati, crediamo che proprio le realtà scolastiche che mostrano più sofferenza debbano essere destinatarie di finanziamenti mirati, di progettualità forti e innovative incentrate sui Collegi docenti, di un aumento del rapporto tra organico e studenti; 5. l’assunzione di un numero molto più ampio di docenti a tempo indeterminato, anche stabilizzando coloro che insegnano precariamente da più tempo; 6. l’intervento di massiccio potenziamento di un trasporto pubblico gratuito ed ecologicamente sostenibile; 7. l’allineamento dei finanziamenti ordinari al sistema dell’istruzione alla media europea (6% del PIL). Negli ultimi due anni e mezzo la scuola ha guadagnato una temporanea visibilità: l’emergenza pandemica, infatti, ha travolto il sistema scolastico mettendone in evidenza ogni crepa, determinata prevalentemente da involuzioni legislative, ritardi e tagli; tanto la lotta alla dispersione scolastica, quanto l’inclusione sono state le prime vittime immateriali della pandemia; occorre, anche per questo, prevedere adeguati investimenti per un serio supporto psicologico a studenti e studentesse. Altrettanto urgente è ripensare – amplian-
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