“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 61 e la pericoresi, il ritmo di vita delle tre persone divine, che vivono l’una nell’altra e l’una per l’altra. Nella visione conclusiva Dante contempla il mistero trinitario ad intra, riassumendo la sua fede e quella di tutta la tradizione cristiana. “Ne la profonda e chiara sussistenza dell’alto lume parvermi tre giri di te colori e d’una contenenza; e l’un da l’altro come iri da iri parea reflesso, el terzo parea foco che quinci e quindi igualmene si spiri. (Par. XXXIII, 115-120) Dio è il Vivente in se stesso e per la sua vita non ha bisogno del mondo, ma porta in se stesso la comunione col Verbo e la fecondità ed il fuoco dell’Amore. Dio è quindi la suprema perfezione in atto e decide di creare il mondo, indipendentemente da ogni casualità estrinseca, per un atto gratuito d’amore. L’atto creativo avvenne nell’eternità, fuori di ogni limite, luogo, tempo, spazio: Non per aver a sé di bene acquisto, ch’esser non può, ma perché suo splendore potesse, risplendendo, dir "Subsisto", in sua etternità di tempo fore, fuor d’ogne altro comprender, come i piacque, s’aperse in nuovi amor l’etterno amore. (Par. XXIX, 13-18) Dante spiega anche la modalità con cui è avvenuta la creazione, mistero che riempie di gioia chi lo contempla ed opera di tutta la Trinità: Guardando nel suo Figlio con l’Amore Che l’uno e l’altro etternalmente spira, lo primo ed ineffabile Valore quanto per mente e per loco di gira con tant’ordine fé, ch’esser non puote sanza gustar di lui chi ciò rimira. (Par. X, 1-6) L’ordine che regna nel mondo visibile ed invisibile è tanto, che per chi ha fede, vederlo e gustarlo sono la stessa cosa. La creazione è pertanto un atto di amore divino, una irradiazione di luce, riflessa in ogni essere. La gloria di colui che tutto move per l’universo penetra e risplende in una parte più e meno altrove. (Par. I, 1-3) Ma le operazioni di Dio ad extra sono comuni alle tre Persone divine, anche se si attribuiscono più ad una Persona che all’altra per l’affinità e la relazione di ciascuna Persona con le altre. Ed è proprio la scritta sulla porta dell’Inferno a dirci che lo stesso inferno è opera
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