“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 45 Dante nel magistero dei Papi del nostro tempo* Simona Brambilla Pur dando spazio, quando opportuno, anche ad altre testimonianze, nel mio intervento tratterò in particolare di tre testi composti per altrettante occasioni ufficiali legate alle celebrazioni dantesche: l’Enciclica In praeclara summorum di Papa Benedetto XV, la Lettera Apostolica ‘motu proprio’ Altissimi cantus di Papa Paolo VI e la recentissima Lettera Apostolica Candor lucis aeternae di Papa Francesco.1 Proprio quest’ultima presenta, nella sua prima sezione, una lucida riflessione su Le parole dei Pontefici Romani dell’ultimo secolo su Dante Alighieri , che costituisce una guida sicura nell’esame dei testi di nostro interesse.2 Veniamo dunque, per iniziare, a Benedetto XV. Già all’altezza dell’Epistola Nobis, ad Catholicam, stesa il 28 ottobre 1914 per approvare il programma delle celebrazioni del VI centenario della morte, il Pontefice infatti impiega l’aggettivo «nostro» per riferirsi al poeta, sottolineando come nella propria opera Dante si sia mostrato capace di coniugare l’amore per la natura e quello per la religione.3 Il medesimo concetto torna con maggior forza in apertura dell’Enciclica “In praeclara summorum”, stesa in occasione dello stesso anniversario. Si tratta di un testo pienamente figlio del suo tempo e rivelatore del difficile momento umano, sociale e politico nel quale fu composto, un momento che, per quanto ci interessa qui, aveva visto in varie occasioni la critica contemporanea appoggiarsi alle punte più polemiche della Commedia nei confronti dei rappresentanti di Cristo in terra per presentare, sbrigativamente e acriticamente, Dante come poeta “anti-cattolico”. Non stupisce dunque che, come accennavo, proprio in apertura del testo si sottolinei invece come spetti «soprattutto alla Chiesa, che gli fu madre, il diritto di chiamare suo l’Alighieri», e che subito dopo il poeta venga nuovamente indicato con l’aggettivo «nostro».4 E neppure stupisce che, sulla scorta di citazioni attinte alle opere più politicamente militanti di Dante (5 citazioni dalla Monarchia, che era stata rimossa dall’Indice solo nel 1881, un passo del Convivio e due dalle epistole – nessuna citazione esplicita, invece, dalla Commedia), lo sforzo primo fosse quello di spiegare come in Dante «non venne mai meno […] il rispetto dovuto alla Chiesa e la riverenza alle * Desidero ringraziare l’Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori per l’invito a prendere parte ai lavori della Giornata di Studi «… e quindi uscimmo a riveder le stelle», insieme alle Istituzioni religiose e civili che ne hanno sostenuto l’organizzazione; ringrazio, in particolare, la Prof.ssa Alfonsina Ramagini e Mons. Andrea Lombardi. Porto il saluto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell’Associazione Amici dell’Università Cattolica. Il testo qui pubblicato è, con minime modifiche e aggiunta della bibliografia, quello presentato durante la Giornata di Studi; ringrazio il Prof. Giuseppe Frasso per averlo letto prima del suo approdo a stampa. 1 Per la Lettera Apostolica di Papa Francesco, faccio riferimento a Lettera Apostolica “Candor lucis aeternae” del Santo Padre Francesco nel VII centenario della morte di Dante Alighieri , seguendo la paginazione del testo PDF edito sul sito https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco-letteraap_20210325_centenario-dante.html; per gli altri due testi mi baso invece su BENEDETTO XV, “In praeclara summorum”. Lettera Enciclica ai diletti figli professori ed alunni degli Istituti letterari e di alta cultura del mondo cattolico in occasione del VI centenario della morte di Dante Alighieri, 30 aprile 1921, e su PAOLO VI, “Altissimi cantus”. Lettera Apostolica ‘motu proprio’ per il VII centenario della nascita di Dante Alighieri, 7 dicembre 1965, che si leggono entrambi nella ricca raccolta «… non fa scïenza, sanza lo ritenere, avere inteso». Dante nei testi degli ultimi Pontefici. A cinquant’anni dall’«Altissimi cantus», a cura di GIUSEPPE FRASSO e MICHELE FALDI, Milano, Vita e Pensiero, 2015, rispettivamente alle pp. 6-13, 18-33. 2 FRANCESCO, “Candor lucis aeternae”, pp. 2-5, §1. 3 BENEDETTO XV, “Nobis, ad Catholicam”. Epistola al reverendo padre don Pasquale Morganti, Arcivescovo dei Ravennati e Vescovo dei Cervesi, in occasione del VI centenario della morte di Dante Alighieri, 28 ottobre 1914, in «… non fa scïenza, sanza lo ritenere, avere inteso», pp. 3-5, a p. 4: «l’Alighieri è nostro»; «il poeta fiorentino […] congiunse l’amore per la natura all’amore per la religione». 4 BENEDETTO XV, “In praeclara summorum”, p. 6 per la citaz. a testo, e p. 7 per il reimpiego dell’aggettivo: «il nostro Poeta durante l’intera sua vita professò in modo esemplare la religione cattolica».
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