EB_...e quindi uscimmo a riveder le stelle

“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 42 tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’etterna pace così è germinato questo fiore”. (Paradiso XXXIII, 1-9) Le successive quattro terzine precisano il rapporto che vi è fra Maria ed i credenti. Nel Paradiso Maria è per tutti i beati fiaccola ardente e luminosissima di carità, ossia di amore per Dio e per gli uomini, proprio come il sole a mezzogiorno. Sulla terra Maria è fonte inesauribile e continua di speranza, definita dal poeta come l’attendere certo della gloria futura del Paradiso, prodotto in noi dalla grazia divina e dalla nostra libera e meritoria collaborazione con le buone opere. (Cfr. Paradiso XXV, 67-69) ed invocare Lei, anche soltanto in punto di morte, come avvenne per Bonconte di Montefeltro, è garanzia e caparra di salvezza. (Cfr. Purgatorio V, 98-108). Dante non considera solo Maria come la perfetta discepola di Gesù, da imitare per raggiungere il Paradiso, ma anche la Regina, l’Augusta, la madre dell’imperatore celeste, cui è concesso un potere di intercessione che non si può eludere ed ignorare. È Dio che ha voluto Maria così eccelsa e le ha dato una così grande potenza. Non rivolgersi a lei per ottenere una grazia è come voler volare senza ali. Anzi, insiste Bernardo nella sua preghiera, la bontà di Maria non solo reca aiuto a chi domanda, ma molte volte spontaneamente previene la richiesta. È un’allusione chiara alla situazione di Dante, al soccorso portato da Maria al poeta mentre era nella selva oscura del peccato, prevenuto dall’amore di Maria, che ha infranto il duro giudizio divino di condanna nei suoi confronti (Cfr. Inf.II, 94-99). Infine la preghiera di Bernardo con un ritmo incalzante afferma che Maria è davvero il capolavoro di Dio: è la prima, la più eccelsa di tutte le creature, accanto al suo figlio Gesù, perché in lei vi è la misericordia, ovvero la compassione verso chi soffre o sbaglia, la pietà, ossia la più alta disposizione ad amare Dio ed il prossimo, la magnificenza, che indica la generosità nel donare la grazia e nell’operare fra gli uomini cose eccelse, in lei infine si aduna, si riunisce in sintesi tutta la bontà e la bellezza degli angeli, dei santi, degli uomini, di tutta la creazione. Mai nessuno ha pronunciato una così alta lode di Maria, rivelazione del volto femminile e materno di Dio. “Qui se’ a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra ’ mortali, se’ di speranza fontana vivace. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz’ ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fïate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate”. (Paradiso XXXIII, 10-21)

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