EB_...e quindi uscimmo a riveder le stelle

“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 39 Maria, Eva, Rachele ed altre donne dell’Antico Testamento segnano una linea di demarcazione verticale della mistica rosa dei beati, divisi tra anime dell’Antico e del Nuovo Testamento. Contrapposto al trono glorioso di Maria, “...al glorioso scanno della donna del cielo...” (Paradiso XXXII, 27-28) vi è quello di Giovanni Battista, seguito in ordine decrescente per i vari gradini da altri santi del NuovoTestamento, Francesco, Benedetto, Agostino e così via per segnare la seconda linea di divisione. Maria e Giovanni Battista sono infatti per la tradizione della Chiesa i più potenti intercessori ed in tutte le Chiese d’Oriente sono due personaggi fissi nelle iconostasi ed indicano solitamente con la loro mano Cristo che sta in mezzo a loro. Dopo aver percorso con lo sguardo parte dell’immenso anfiteatro della mistica rosa Bernardo invita ancora Dante a guardare per una seconda volta il volto di Maria, quella faccia che che più a Cristo si assomiglia: solo lo splendore di quel volto infatti potrà disporre il poeta (ma è sottinteso ogni credente) a vedere Cristo. Dante guarda e vede riversarsi su Maria un tale tripudio di gioia, portato da tutti gli angeli che trasvolano su è giù per il gran fiore del Paradiso, che tutto quello che aveva visto prima non lo colpì di tanta meraviglia, né gli mostrò qualcosa di così simile a Dio: sul volto di Maria Dante vede infatti il sembiante di Cristo Dio, perché non vi è nessuna creatura più vicina a Lui e nessun altra bellezza potrebbe rispecchiarlo meglio. Un angelo innamorato di Maria, disceso lì per primo, canta “Ave Maria gratia plena”, con le ali distese davanti a lei in segno di omaggio. Rispondono al canto divino tutti i beati, angeli e santi, ed il loro aspetto diventa più luminoso. “’Riguarda omai ne la faccia che a Cristo più si somiglia, ché la sua chiarezza sola ti può disporre a veder Cristo’. Io vidi sopra lei tanta allegrezza piover, portata ne le menti sante create a trasvolar per quella altezza, che quantunque io avea visto davante, di tanta ammirazion non mi sospese, né mi mostrò di Dio tanto sembiante; e quello amor che primo lì discese, cantando ’Ave, Maria, gratïa plena’, dinanzi a lei le sue ali distese. Rispuose a la divina cantilena da tutte parti la beata corte, sì ch’ogne vista sen fé più serena”. (Paradiso XXXII, 85-99) Dante allora chiede a Bernardo, che per guidarlo alla visione di Dio è sceso dal suo trono beato nel giallo della rosa sempiterna, chi sia quell’angelo così ardente d’amore che pare di fuoco, il quale con tanta gioia guarda negli occhi Maria, la Regina del cielo. Bernardo, che

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