EB_...e quindi uscimmo a riveder le stelle

“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 37 più al montar per lo raggio divino. E la regina del cielo, ond’ ïo ardo tutto d’amor, ne farà ogne grazia, però ch’i’ sono il suo fedel Bernardo’”. (Paradiso XXXI, 94-102) All’udire il nome di Bernardo, Dante rimane come estasiato nel contemplarne il volto, perché egli seppe, per amore della Vergine, già gustare in terra la gioia e la pace del Paradiso. Ma non è sufficiente per salire a Dio rimirare solo i santi. Occorre elevare lo sguardo fino al punto più alto, fino al trono della Vergine Maria, la regina a cui è devoto e suddito tutto il regno del Paradiso, popolato di angeli e santi. “’Figliuol di grazia, quest’ esser giocondo’, cominciò elli, ‘non ti sarà noto, tenendo li occhi pur qua giù al fondo; ma guarda i cerchi infino al più remoto, tanto che veggi seder la regina cui questo regno è suddito e devoto’”. (Paradiso XXXI, 112-117) Dante obbedisce all’invito di Bernardo: con gli occhi risale tutti i gradini della mistica rosa, via via più luminosi, fino alla parte più alta, ove appare il bagliore più intenso. Ma l’apparizione di Maria è preparata da una festa di luce ed è introdotta dalla similitudine dell’aurora, quando l’orizzonte nel punto dove si attende la nascita del sole s’infiamma di porpora e d’oro e da una parte e dall’altra la luce decresce di intensità. Maria è davvero l’aurora, la luce più intensa, che annuncia l’imminente apparire del sole, che è Cristo, e ci annuncia il giorno della salvezza. Maria è l’oriente di grazia, sovranamente fiammeggiante come un divino stendardo: questo è il senso della metafora pacifica oriafiamma, l’insegna trapunta di porpora e d’oro, usata in terra per azioni di guerra, ma in Paradiso per annunciare la pace portata da Cristo Risorto, sole nascente. “Io levai li occhi; e come da mattina la parte orïental de l’orizzonte soverchia quella dove ’l sol declina, così, quasi di valle andando a monte con li occhi, vidi parte ne lo stremo vincer di lume tutta l’altra fronte. E come quivi ove s’aspetta il temo (il carro) che mal guidò Fetonte, più s’infiamma, e quinci e quindi il lume si fa scemo (decresce) così quella pacifica oriafiamma nel mezzo s’avvivava, e d’ogne parte per igual modo allentava la fiamma”. (Paradiso XXXI, 118-129)

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