“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 36 potesse, risplendendo, dir ‘Subsisto’, in sua etternità di tempo fore. fuor d’ogni altro comprender, come i piacque s’aperse in nuovi amor l’eterno amore”. (Paradiso XXIX, 13-18) L’eterno ed infinito amore di Dio, non per un accrescimento del proprio bene, cosa impossibile, ma perché lo splendore della sua esistenza, potesse risplendendo dire “Io sono il principio di ogni creatura”, fuori del tempo e dello spazio, liberamente come volle, si aprì in nuovi amori. “S’aperse in nuovi amor l’eterno amore”: Maria è la creatura più amata da Dio, Colei che penetra con lo sguardo più chiaro dei serafini nella luce di Dio, in lei possiamo scoprire lo splendore del Creatore, è la regina di tutto il creato, il fiore più bello in cui si è aperto e manifestato liberamente l’amore di Dio. Nell’Empireo A poco a poco il trionfo degli Angeli svanisce, cresce ancora la bellezza di Beatrice che informa Dante che sono giunti nell’Empireo, “...al ciel ch’è pura luce: luce intellettüal piena d’amore; amor di vero ben, pien di letizia; letizia che trascende ogni dolzore (dolcezza) ”. (Paradiso XXX, 39-42) Canto XXXI del Paradiso L’unica luce divina assume diverse parvenze: da punto luminoso a luce dell’intelletto divino pieno d’amore, per poi trasformarsi in un fiume fiammante, tra due sponde punteggiate da meravigliosi fiori (le anime), dal quale escono scintille vive (gli angeli) che si posano sui fiori e tornano a sprofondarsi con un moto incessante nei gorghi meravigliosi di quel fiume di luce. Esso si trasforma poi in un lago luminosissimo di figura circolare, attorno al quale si forma un immenso anfiteatro, simile ad una rosa, distribuito in più di mille gradini, ove siedono le anime beate, vestite di bianco, che si rispecchiano in modo nitidissimo sul fondo di esso. Dante è condotto da Beatrice al centro di questo lago di luce e vede gli angeli che volano alternativamente da Dio alle singole anime, come api dai fiori al loro alveare, per comunicare ad esse l’amore divino. Ora a Beatrice subentra come guida un santo vecchio ( sene), il mistico San Bernardo, richiesto dalla preghiera e dal santo amore di Beatrice. Egli invita Dante a completare il suo cammino guardando tutto il giardino dei beati, la mistica rosa, ed è certo che Maria, regina del Paradiso, del cui amore è tutto infiammato e profondamente devoto, farà ogni grazia, preparando lo sguardo di Dante a risalire fino alla luce di Dio. La missione di Bernardo è proprio questa: indirizzare il pellegrino Dante alla Vergine Maria, che con la sua intercessione preparerà il poeta alla visione beatifica di Dio, in modo che possa concludere tutto il suo itinerario. “E ’l santo sene: ‘Acciò che tu assommi perfettamente’, disse, ‘il tuo cammino, a che priego e amor santo mandommi, vola con li occhi per questo giardino; ché veder lui t’acconcerà lo sguardo
RkJQdWJsaXNoZXIy NTYxOTA=