EB_...e quindi uscimmo a riveder le stelle

“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 32 Più avanti è ancoraTommaso d’Aquino a spiegare a Dante la perfezione delle opere che escono immediatamente dalle mani di Dio: come perfettissimo fu creato Adamo, così in assoluta perfezione avvenne l’incarnazione del Verbo in Maria per opera dello Spirito Santo: Gesù è il nuovo Adamo. Anche qui Dante con lo stilema “la Vergine pregna” manifesta il suo stupore silenzioso ed assorto davanti al mistero dell’incarnazione. “Così fu fatta già la terra (Adamo) degna di tutta l’animal perfezione; così fu fatta laVergine pregna”. (Paradiso XIII, 82-84) Anche Salomone, sempre nel cielo degli spiriti sapienti, prende la parola per chiarire a Dante che la luminosità irradiata dalle anime crescerà con la resurrezione del loro corpo. Nel descrivere lo splendore immortale delle creature umane, destinate alla piena salvezza, Salomone parla con voce “modesta”, qui nel senso etimologico di temperata e soave, ma nella mente del poeta riaffiora ancora la dolcezza della scena dell’Annunciazione: “Ed io udii ne la luce più dia del minor cerchio una voce modesta qual forse fu da l’angelo a Maria”. (Paradiso XIV, 34-36) Sono tanti piccoli indizi che ci significano che il mistero dell’Incarnazione, avvenuto nel grembo di Maria, continua a riaffiorare nella poesia e nella spiritualità di Dante. Nel cielo di Marte Nel cielo di Marte vengono ad incontrare Dante gli spiriti militanti. Tra di essi vi è il trisavolo di Dante Cacciaguida; egli nel ricostruire la sua vita la colora di richiami mariani, tipici della Firenze medioevale. Innanzitutto egli attribuisce la sua nascita all’intervento di Maria, invocata con alte grida nelle doglie di sua madre e fa rivivere così quel clima di devozione, di tenerezza e di ardente affetto per la Vergine, che era nella tradizione della sua famiglia, oltre che nella città di Firenze ai suoi tempi ordinata e tranquilla. Inoltre Cacciaguida collega immediatamente la sua nascita terrena, dovuta all’intercessione della Vergine, come se fosse Lei la sua prima madre, alla sua rinascita come cristiano nell’antico battistero fiorentino di San Giovanni. “A così riposato, a così bello viver di cittadini, a così fida cittadinanza, a così dolce ostello Maria mi diè, chiamata in alte grida; e ne l’antico vostro Batisteo insieme fui cristiano e Cacciaguida”. (Paradiso XV, 130-135) Infine Cacciaguida per determinare l’anno della sua nascita conta con un ricercato calcolo astronomico che ci porta al 1091, gli anni che partono dall’Annunciazione di Maria “dal quel dì che fu detto ‘Ave’ (Paradiso XVI, 34) fino al parto di sua madre. Nel calendario fiorentino del resto, come in altre città italiane, gli anni si computavano ab incarnatione Christi, liturgicamente fissata nella data del 25 marzo, festa appunto dell’Annunciazione del Signore.

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