EB_...e quindi uscimmo a riveder le stelle

“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 31 u’ (dove) la natura, che dal suo fattore s’era allungata, unì a sé in persona con l’atto sol del suo eterno amore”. (ParadisoVII, 28-33) Il luogo dove Dio si fa uomo è il grembo di Maria: in esso con la sola opera dello Spirito Santo, il Verbo di Dio unì a sé in unità di persona la natura umana e la natura divina. Dante, oltre che poeta è anche teologo: è sempre pieno di stupore intellettuale di fronte a questo grande mistero che si opera nellaVergine per la salvezza dell’uomo peccatore. Nel cielo di Venere Un breve accenno a Maria troviamo anche in un personaggio del cielo di Venere, Folchetto da Marsiglia, un celebre poeta provenzale divenuto da poeta d’amore monaco e poi vescovo diTolosa. In un’aspra invettiva egli condanna aspramente papa e cardinali, che hanno sete di denaro, il maledetto fiorino che ha portato fuori strada pastori e fedeli; papa e cardinali pensano solo ad accumulare ricchezze e non si preoccupano dei luoghi santi e di imitare la santità e la povertà di Maria: “A questo in tende il papa e ‘ cardinali; non vanno i lor pensieri a Nazarette, là dove Gabriello aperse l’ali”. (Paradiso IX, 136-138) Dante ha in mente Nazaret e la scena dell’Annunciazione a Maria con l’angelo Gabriele inchinato o inginocchiato con le ali aperte, in atto di venerazione e di riverenza secondo la tradizione iconografica medioevale. Nel cielo del sole Nel cielo del sole vengono ad incontrare Dante e Beatrice gli spiriti sapienti, formando intorno a loro via via tre ghirlande luminose di anime che cantano e danzano. Uno spirito della prima corona, SanTommaso d’Aquino, tesse il panegirico di San Francesco, tutto serafico in ardore ed esalta le sue nozze con madonna Povertà, stabilendo un modo implicito un’equazione: Cristo sta alla Chiesa come Francesco sta alla povertà, sovrapponendo le figure di Cristo e di Francesco e della Chiesa e della povertà. In modo polemico, accusando implicitamente di mondanità la Chiesa, si dice che la Povertà è vedova di Cristo, suo primo marito. Francesco che sposa madonna Povertà deve essere un modello per tutta la Chiesa, che è per sua natura sposa di Cristo. Da Cristo a Francesco la Povertà non ha trovato altro marito fedele. Con un ardito ed elaborato paragone Dante raffronta le spose di Cristo, la Povertà, Maria, ed implicitamente la Chiesa stessa, riservando alla Povertà un posto di privilegio. Maria infatti piange ai piedi della croce, mentre la Povertà piange con Cristo, nudo, privo di tutto, sulla croce stessa: “Né valse esser costante né feroce si che, dove Maria rimase giuso ella con Cristo pianse in su la Croce”. (Paradiso XI,70-72) Possiamo perdonare a Dante questa forzatura polemica, che sa di sottigliezza sofistica, tratta dall’ Arbor Vitae Crucifixae di Ubertino da Casale: ma al nostro poeta sta veramente a cuore che la Chiesa si rinnovi, destinando le sue ricchezze ai poveri ed imitando la povertà di Cristo, di Maria e di Francesco.

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