“…e quindi uscimmo a riveder le stelle” 20 esilio abbandonare i suoi figli ancora in tenera età, coinvolti anche loro nella sua sconfitta politica, in balia degli avversari. Abbiamo detto che questo viaggio di Dante nell’abisso del male è voluto da Maria. Sarà ancora Virgilio appena uscito dalle tenebre infernali ad affermarlo davanti a Catone, il custode del Purgatorio: “dall’alto scende virtù che m’aiuta conducerlo a vederti ed udirti”. (Purgatorio, I, 68-69). E Catone conferma che la volontà della Donna del cielo è il biglietto di ingresso al monte della purificazione e della salvezza: “Ma se donna del ciel ti move e regge come tu di’, non c’è mestier lusinghe: bastisi ben che per lei mi richegge.“ (Purgatorio, I, 91-93). Così Dante, guidato da Virgilio e protetto da Maria, dopo aver preso coscienza della gravità del male ed anche del rischio di un suo eventuale rifiuto di Dio, può risalire la montagna del Purgatorio e continuare sulla sua via di purificazione. Nel cuore del poeta pellegrino negli abissi del male dell’Inferno, Maria, la Donna gentile, è sempre stata presente e proprio Lei ha fatto sì che egli potesse prendere coscienza del peccato e tornare “a riveder le stelle”.
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