5 luglio 2011 – VII commissione cultura, scienza istruzione
Convegno “La valutazione nella scuola italiana: risultati e sfide”
CRONACA A CALDO
di Luigina Palazzo e Anna Tilotta
Docenti formatori UCIIM
Una giornata particolare: un violento nubifragio alquanto insolito per il 5 luglio ci accoglie a Roma, compensato però dalla bella cornice della Sala del Mappamondo, in Parlamento, e dal tema eccellente: “La valutazione nella scuola Italiana: risultati e sfide” trattato da Valentina Aprea, Presidente della VII Commissione cultura, da Piero Cipollone, Presidente dell’INVALSI, dal Ministro del MIUR Maria Stella Gelmini, da Luigi Nicolais vice presidente della VII Commissione Cultura.
La delegazione UCIIM è composta dal Presidente Nazionale Giovanni Villarossa, dalla Vice Presidente vicaria Rosalba Candela, da Elena Fazi Docente formatore UCIIM, da Antonio Galdiero Consigliere centrale, dalle sottoscritte.
Ore 9.50 – Veniamo accolti dalla Segretaria particolare della Presidente Aprea. In sala numerosi i tecnici e i ricercatori INVALSI, qualche esponente politico, un buon numero di rappresentanti delle Associazioni del mondo della scuola e Dirigenti degli Uffici Scolastici Regionali.
Ore 10.15 – Arrivano la Presidente Aprea e il Ministro Gelmini. Insieme al presidente vicario UCIIM ci avviciniamo per un breve e cortese saluto.
Ore 10.30 – La Presidente Aprea inizia i lavori focalizzando alcuni aspetti nodali della tematica del Convegno: sapere – saper essere – saper fare – saper innovare al fine di costruire un modello coerente e condiviso per la valutazione del sistema scuola. E’ proprio per questo che nell’ultimo decennio si sono effettuate diverse sperimentazioni che hanno visto coinvolte le istituzioni scolastiche di concerto con gli enti preposti (INVALSI – OCSE-PISA), ultimi tra i quali i progetti PQM – VSQ – SNV – VALORIZZA. Ora abbiamo i primi risultati tangibili, derivati dalla comparazione di dati raccolti e tabulati dall’ INVALSI, attraverso i quali emerge una prima valutazione del sistema scolastico italiano. Bisogna però effettuare un ulteriore balzo in avanti a garanzia di una scuola di qualità, puntando sia sulla valutazione degli apprendimenti degli alunni sia sulla valutazione delle performance dei docenti. Proprio alcuni giorni fa il Ministro Gelmini ha premiato alcuni docenti che volontariamente si sono sottoposti alla valutazione delle proprie performance, ma è ancora poco.
Ore 10.45 – Il Dott. Cipollone ringrazia tutti i collaboratori dell’INVALSI per il lavoro effettuato, approva la linea del Ministro Gelmini (intrapresa a suo tempo dal Ministro Fioroni) per quanto riguarda gli allineamenti delle scuole italiane agli standard europei. Comunica che il dott. Cosentino, durante il suo incarico negli Stati Uniti, sarà il Commissario straordinario dell’INVALSI.
Si chiede il Dott. Cipollone perché parlare di scuole, e non di scuola? Cosa rende le scuole italiane incapaci di produrre performance di alta qualità, rispetto alle scuole europee? Sicuramente in Italia non manca l’organizzazione ma è necessario capire cosa non funziona nelle singoli istituzioni scolastiche tanto da mantenerci in fondo alla graduatoria della qualità dei sistemi scolastici europei. Il punto critico è dato dalla varianza che esiste tra scuole, una varianza che non è legata alla posizione logistica della scuola (sud o nord) ma è legata alle performance delle singole scuole. Se fossimo in grado di stringere questa varianza già potremmo fare molto. Su questo sta lavorando l’INVALSI. Come? Inviando in tempo utile tutti i Report relativi ai progetti di valutazione, soprattutto relativi agli item delle prove di valutazione sugli apprendimenti degli alunni per ogni ordine e grado di scuola, in modo che ogni singola scuola possa leggerli con capacità critica e possa farne buon uso al fine di ottimizzare risorse e performance dei docenti, cambiare stili di insegnamento e modalità nelle procedure della didattica, variabili di contesto che sicuramente garantiranno una ricaduta positiva sulla didattica. Ciò consentirà già di stringere quella varianza che in questo momento ci tiene lontani dagli standard europei dei sistemi scolastici. Tra le sperimentazioni che partiranno dal prossimo anno scolastico ci sarà VALSIS, che ci permetterà di ridurre sempre di più questa varianza e permetterà una lettura puntuale delle performance degli alunni e del sistema scolastico in genere. Non secondario per la valutazione del sistema è il rapporto OCSE PISA: incrociando i punteggi conseguiti dagli alunni nelle specifiche prove con le medie relative al reddito pro capite emerge una significativa varianza che sta nella produzione del reddito. Ad essere più carenti risultano le scuole del sud e delle isole, le zone in cui anche i redditi pro capite risultano inferiori a quelli delle are del centro-nord. Bisogna intervenire – conclude Cipollone – su
· Dirigenti Scolastici – figure chiave
· Modello contrattuale- obiettivi definiti scuola per scuola
· Obiettivi multidimensionali- apprendimenti, ma non solo
· Team di supporto alle scuole
Fra cinque anni circa potrebbe essere possibile avere un protocollo strutturato puntuale e preciso che le scuole, pagando, potranno avere a disposizione per autovalutarsi.
Ore 11.30 – Il Vice Presidente della VII Commissione, Luigi Nicolais, esprime parere positivo per tutte le iniziative intraprese dall’INVALSI e auspica che si continui nell’ottica di un processo di valutazione che miri essenzialmente ad innalzare la qualità del sistema scolastico, consentendo all’Italia il raggiungimento delle performance dei sistemi scolastici europei. Sottolinea che ci sarà sempre l’ ottimo e il meno ottimo e che bisogna puntare essenzialmente non sull’eccellenza bensì sulla costanza. Sostiene che nella Pubblica Amministrazione tutta si ravvisa la necessità di una continua valutazione a partire dalle dirigenze e non tanto dai singoli. Evidenzia che il minore reddito pro capite nelle zone del sud non può essere letto solo come differenza di punteggi relativi alle prove OCSE PISA, in quanto incidono su di esso, in maniera notevole, le diverse condizioni economico-finanziarie che determinano anche la differenza tra PIL del nord e PIL del sud.
Ore 11.45 – Il Ministro Gelmini sottolinea che il processo valutativo deve essere inteso come momento di crescita, non va enfatizzato ma valorizzato per metterlo in linea con quanto richiesto dalla Comunità Europea. Non deve essere visto dalle istituzioni scolastiche e dai docenti come momento punitivo ma, al contrario, come momento autentico che dà significato alla stessa scuola. Il restituire gli esiti alle scuole, così come afferma Cipollone, è un passo importante, è l’inizio per avviare una sequenza operativa della valutazione che abbia alla base rigore scientifico e amore per la scuola. Una scuola che non si trova al centro di relazioni tra decisioni di politici e operatori che devono effetuare tali decisioni (riforme) ma che interagisce con il Paese tutto nell’hic et nunc: quanto vale una buona scuola per l’importanza del paese? Crescita e sviluppo sono direttamente legati ad una migliore qualità della scuola! Equità e qualità devono essere i due principi sinergici e complementari tra loro per una solida base culturale di partenza, per una serie di decisioni sul processo della valutazione. Processo che non può più essere fermato per un sistema istruzione allineato al resto dell’Europa. I dati dei progetti pilota “Valorizza” e “Qualità merito Sud” hanno evidenziato risultati alquanto positivi che incoraggiano l’amministrazione a procedere per il cammino intrapreso quale possibile via italiana alla valutazione per innalzare l’asticella della qualità in tutta Italia.
Ore 12.10 – Il Presidente Aprea ringrazia i direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali presenti, le varie delegazioni delle Associazioni di formazione accreditate del settore, sottolineando la grande valenza che queste ultime hanno nel dialogo interistituzionale. Rivolge l’invito affinché arrivino proposte operative da valutare.
Questa la cronaca della giornata.
Noi dell’UCIIM siamo convinti che valutare la scuola è una assunzione di responsabilità forte che tutte le componenti scolastiche devono effettuare, in quanto consente di tenere sotto controllo sia il processo educativo che l’intero sistema scolastico. La scelta di dare autonomia decisionale alle singole unità scolastiche è necessaria per una società che si muove in un quadro globale, in un quadro ove i processi valutativi delineano gli strumenti per conoscere e per decidere. Tutte le modifiche introdotte o in via di attuazione, di concerto con enti preposti a fare ciò come l’INVALSI, comportano l’accentuazione di azioni valutative interne ed esterne, soggettive ed oggettive. E’ da queste azioni e dai loro esiti che dipendono le scelte di regolazione e di cambiamento, radicali ed indispensabili, per rendere sempre adeguata la formazione alle funzioni che la società assegna alla scuola.
Nel campo della formazione scolastica la cultura della valutazione, il “rendere conto” del proprio operato e della ragione delle proprie scelte sono ancora poco definiti, nonostante la prospettiva di una piena autonomia che fa apparire sempre più concreta l’idea di conoscere meglio il proprio “prodotto” per migliorarne i risultati ed illustrare alla comunità gli esiti raggiunti e i processi messi in atto dal “proprio costruito”. La consapevolezza dei benefici che si possono trarre dalla valutazione, che nasce da un’attenta conoscenza dei bisogni (conoscere per decidere è il principio a cui ci si deve attenere), supera la mole di “impegni” che tuttavia essa comporta, mette in atto processi di dialogo, fiducia e credibilità reciproca tra attori diversi (interni ed esterni all’unità scolastica).
Tutto ciò al fine di condividere scopi e per rendere le varie esperienze “tasselli di un mosaico” che, man mano ubicati al proprio posto, diventano stimolo creativo per continuare ad operare in previsione di un miglioramento continuo di quel processo dinamico di qualità che la scuola “tutta” deve garantire per il successo nella formazione della persona. Ogni tassello offre occasioni d’attenzione vivace e costruttiva, che i vari attori-protagonisti si scambiano e fanno circolare attraverso i “prodotti” realizzati: indagini, interpretazioni, riflessioni che portano dentro il “come funziona” la scuola.
La valutazione diventa, così, strumento chiave per le scelte di politica scolastica e si riquadra in un contesto più ampio che vede la stessa come dispositivo di governo delle politiche nei diversi settori degli interventi pubblici.
Autonomia e valutazione rappresentano un intreccio molto forte poiché non si può realizzare il servizio scolastico senza un’opera costante e puntuale di valutazione della sua efficienza, qualità ed efficacia.
Altrettanto va sottolineato che ogni alunno deve essere valutato non nella comparazione con altri alunni ma per il suo specifico percorso personale di crescita, poiché ciascuno arriva a scuola con una sua storia, con un proprio bagaglio di esperienze tanto variegate da determinare punti di partenza diversi.
Ogni singola scuola non può e non deve essere valutata nel confronto con altre scuole, non prima almeno di aver compensato equamente e qualitativamente quelle differenze strutturali e strumentali presenti nelle scuole su tutto il territorio nazionale (differenza tempo scuola, persenza di specifici servizi, possibilità di finanziamenti privati e/o del mondo del lavoro…..).
Da tutto ciò deriva una considerazione: i risultati della valutazione della scuola italiana sono una “sfida” che dobbiamo accettare.
Una sfida che accettiamo volentieri in nome e per conto dell’alunno-persona.