La Scuola e l'Uomo - n. 7-8 - Luglio-Agosto 2022

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIX- Numero 7-8 - Luglio-Agosto 2022 6 Spi r i tual i tà stella luminosa, guida sicura in cui avere fiducia. Il poeta esprime con sincerità e con commozione nel calore della preghiera la sua aspirazione alla pace interiore, la sua stanchezza per gli effimeri piaceri terreni, la paura della morte e della dannazione, il suo profondo desiderio di salvezza, la sua piena fiducia in Maria. Vergine chiara e stabile in eterno, di questo tempestoso mare stella, d’ogni fedel nocchier fidata guida, pon mente in che terribile procella (tempesta), io mi ritrovo sol, senza governo (timone), ed ho già da vicin l’ultime strida (le grida della morte e della dannazione). Ma pur in te l’anima mia si fida, peccatrice, io nol nego, Vergine, ma ti prego chèl tuo nemico (il demonio) del mio mal non rida…. Anche l’anziano Boccaccio, lo scaltro e scanzonato autore del Decameron, in un sonetto in lode di Maria, composto nell’ultimo periodo della sua vita, toccato dalla grazia, con umiltà e devozione sente il bisogno di abbandonarsi alla Madre di Dio perché come stella del mare e guida dei naviganti gli ottenga la salvezza eterna. O regina degli angioli, o Maria, Ch’adorni il ciel co’ tuo’ lieti sembianti, E stella in mar dirizzi i naviganti A porto e segno di diritta via; Per la gloria ove sei, vergine pia, Ti prego guardi a’ miei miseri pianti… Io spero in te et ho sempre sperato… Dirizza il mio cammin… Così pure il Manzoni, seguendo la lunga tradizione cristiana espressa da tanti poeti, importanti e minori, nell’inno sacro il Nome di Maria chiama la Vergine «Stella, ai periglianti scampo». Ma forse la poesia più bella e coinvolgente su Maria, stella del mare, è quella di un poeta moderno, Giorgio Caproni (1912-1990), cercatore e inquieto cacciatore di Dio, pubblicata nel 1986. Alla Foce, la sera. La vedevo alta sul mare. di Maria porta del cielo; così anche nell’antifona mariana Alma redemptoris mater (O Madre del redentore che doni la vita) Maria è indicata con le stesse caratteristiche di stella del mare e porta del paradiso. Nel medioevo si è fatto divulgatore di questa bella immagine di Maria stella del mare San Bernardo (1090-1153), ardente di amore per la regina del cielo, in una notissima omelia in cui invita i cristiani a rivolgersi a Maria: in tutte le circostanze della vita «guarda la stella ed invoca Maria!». In sintesi egli afferma che se il vento delle passioni e delle tentazioni ci spinge lontano e sembra farci perdere la rotta nell’oceano della vita, dobbiamo guardare a Maria, la stella del mare. Se la furia delle onde e delle tempeste ci assale, ci solleva e ci abbassa e minaccia di farci naufragare, guardiamo la stella, invochiamo Maria. Se il buio della notte e della disperazione ci spinge verso gli scogli e rischiamo di sfasciare la nostra fragile imbarcazione, guardiamo la stella, invochiamo Maria. Guardando a questa stella si acquista fiducia, non si sbaglia strada e si raggiunge la meta. Maria stella del mare nella tradizione poetica L’immagine di Maria come stella del mare è presente nella testimonianza dei poeti cristiani. Dante definisce nella Divina Commedia Maria come la stella più luminosa del Paradiso, che si imprime nei suoi occhi e supera per la qualità e l’intensità della sua luce tutti gli altri santi, che vince lassù in Paradiso come ha vinto in santità ed in grazia quaggiù sulla terra: «ambo le luci (gli occhi) mi dipinse il quale ed il quanto de la viva stella, che la su vince, come qua giù vinse» (Par. XXIII, 91-93) Il Petrarca nella canzone «Vergine bella» che conclude il suo canzoniere, immette in questa immagine di Maria una sensibilità nuova e personale. La vita è una burrascosa navigazione e c’è il rischio di naufragare nella morte e nella perdizione eterna. Maria, madre di Dio, che si è fatto carne in Lei, è

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