La scuola con gli studenti nella difficile azione educativa del nostro tempo
I ragazzi e le ragazze nella nostra società trascorrono a scuola gran parte delle loro giornate; crescono nell’ambito dell’apprendimento, della socializzazione e dell’identità. I mezzi di comunicazione di massa riportano episodi di cronaca impressionanti per aggressività e bullismo, degrado, depressione, mentre le realtà positive, che sono la maggioranza, non fanno notizia. La scuola è in simbiosi con la società e ne rispecchia le caratteristiche; sarebbe irrealistico aspettarsi che possa essere un’isola felice e non è certamente un coacervo di violenza.
Il Rapporto 2023 sul Benessere Equo e Sostenibile dell’ISTAT (https://www.istat.it/it/files//2024/04/Bes-2023-Ebook.pdf) riporta dati relativi al benessere nella società e nelle scuole e registra un aumento dei disturbi dello sviluppo. Si verificano situazioni come isolamento sociale, disorientamento, ansia e apatia, forme di disagio esistenziale, comportamenti autolesionistici. Occorre analizzare le cause profonde dei problemi e attuare soluzioni.
I soggetti in età evolutiva incontrano messaggi contrastanti e contraddittori, in una società spesso permeata da violenza e malcostume e scarsità di modelli positivi. I cosiddetti ‘social’ hanno assunto un peso enorme presso la maggior parte dei giovani, in età sempre più precoce (Iss, studio multicentrico internazionale Health Behaviour in School-aged Children, 2022, svolto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità). La Società italiana di psichiatria stima almeno 700 000 adolescenti dipendenti da web. Affrontare le radici del disagio delle nuove generazioniè una sfida che nessuno può vincere da solo, richiedeun impegno educativo che coinvolga tutte le componenti della società.
Le realtà problematiche si affrontano nell’impostazione complessiva, creando le condizioni affinché gli studenti siano parte attiva e responsabile di una comunità. Molti ragazzi vivono in solitudine fuori dalla scuola, hanno bisogno di accoglienza, di reti sociali nel tempo libero, anche tra famiglie, di fiducia e corresponsabilità. È utile un piano che preveda un maggiore sostegno agli educatori, alla famiglia, primo soggetto educante, e ai docenti, cominciando dalla formazione sulla psicologia dell’età evolutiva e sulla relazionalità.
La scuola è chiamata a mettere in atto strategie nell’organizzazione del sistema scolastico e nella pratica quotidiana per favorire motivazione, impegno e disciplina, assunzione di responsabilità da parte dei giovani, nella consapevolezza del ruolo da protagonisti che essi giocano nel raggiungere gli obiettivi. Aiuta di più far leva sulla coscienza e sul senso del dovere che sulla repressione.Fondamentale è puntare sul rapporto umano, in modo che i ragazzi possono sentirsi compresi ed apprezzati prima che giudicati, su una base di ascolto, di dialogo e di supporto. Altrettanto importante è incoraggiare la partecipazione attiva degli studenti, creare occasioni di peer tutoring, di collaborazione fra compagni in classe e nello svolgimento dei compiti domestici. Mettere in atto processi di valutazione esplicitamente formativi ed esprimere giudizi senza umiliare facilita i processi di miglioramento. Misure punitive più severe possono essere utili in qualche caso, ma mai in modo automatico, evitando il rischio che diventino controproducenti.
Più amore per lo studio si ottiene con diverse strategie
dalla riduzione dei tempi dedicati al web, a maggior flessibilità di scelta con discipline opzionali, semestralità e diversi livelli di approfondimento nella scuola secondaria superiore, anche se sembra impossibile andare oltre lo status quo. Proficuo è dare spazio allo sviluppo delle intelligenze multiple (Gardner), con attività quali arte, scultura, sport, teatro, musica, nonostante gli ostacoli pratici (orari e pendolarismo, spazi). Attività di orientamento, sportelli d’ascolto, il Progetto salute, incontri collettivi con i genitori, anche on line, si dimostrano efficaci. Da valorizzare il contributo dei luoghi di aggregazione esterni alla scuola, come associazioni giovanili, oratori, volontariato, gruppi sportivi, biblioteche, musei, cori, quali sede di dedizione e di relazionalità informale.
Educare è sempre un atto di speranza. Gli insegnanti dell’UCIIM considerano importante essere a fianco degli alunni nel contesto dell’opera di insegnamento, accompagnarli con discrezione e competenza nel loro percorso di crescita verso il futuro. Creare con i giovani la prevenzione del disagio aiuta a contrastare processi di cronicizzazione delle fragilità.
La riflessione è stata pubblicata sul settimanale diocesano Vita Trentina del 26 maggio 2024, pag. 27