Scuola e Stato per una cittadinanza attiva (nn. 5-6/2019)

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Rosalba Candela, Presidente nazionale UCIIM

Il 13 maggio, nella sala conferenze della sede nazionale UCIIM, in Roma è stato celebrato il convegno «Scuola e Stato per una cittadinanza attiva».

Vi hanno preso parte l’On. Valentina Aprea della Commissione Cultura Camera dei Deputati in quota FI; l’On. Bianca Laura Granato della Commissione Istruzione Senato della Repubblica in quota M5S; l’On. Flavia Piccoli Nardelli della Commissione Cultura Camera dei Deputati in quota PD; l’On. Alessandro Pagano Vice Presidente Gruppo LEGA alla Camera dei Deputati.

Al Convegno ha partecipato il Ministro della Pubblica Istruzione Marco Bussetti.

Vari gli interrogativi che ci si è posti per far chiarezza sul concetto di «cittadinanza attiva».

Chi deve educare alla cittadinanza attiva: la scuola, la famiglia, altri?

Quale il compito della scuola e quale il compito della famiglia?

Educare alla cittadinanza è anche combattere bullismo, violenza, intolleranza nei confronti della diversità, atti di teppismo e di vandalismo?

Per far chiarezza utili possono risultare il«Rapporto Unesco della Commissione internazionale sull’educazione per il XXI secolo» del 1996 e la «Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani» redatta da tutti gli stati membri dell’Unione Europea nel 2010.

Nel rapporto Unesco si dice che «il fine centrale dell’educazione è la realizzazione dell’individuo come essere sociale» da realizzare perseguendo quattro obiettivi prioritari:

  1. imparare a conoscere;
  2. imparare ad essere (capacità di pensiero critico, autonomia, responsabilità);
  3. imparare a fare;
  4. imparare a vivere con gli altri.

La Carta del Consiglio d’Europa propone un concetto di cittadinanza universale basata su un’educazione globale comprendente l’educazione allo sviluppo, ai diritti umani, alla sostenibilità, alla pace, alla prevenzione dei conflitti e all’intercultura. viene anche suggerita la pista da seguire: modalità di apprendimento formale, non formale e informale nella scuola.

Certo in Italia già dal ’68 si cercava di educare i giovani in merito: basta pensare alla Legge Moro n. 585/68 «Educazione civica» collegata con l’insegnamento della Storia nell’istruzione secondaria di 1 e 2 grado, o alla Legge n. 169/2008 «Cittadinanza e Costituzione» nel 1 e 2 ciclo di istruzione, accompagnata dal «documento di indirizzo» del 4/3/2009, per la sperimentazione del- l’insegnamento di C/C, ripresa dal D.Leg.vo  n. 62 art. 2 c. 4 e art. 17 c. 10 ribadita e chiarita benissimo nella circolare Dutto C.M. n. 86 del 27 ottobre 2010: «In questo senso l’insegnamento/apprendimento di Cittadinanza e Costituzione diventa un obiettivo irrinunciabile che tutte le scuole, dalla scuola dell’infanzia alla primaria, alla scuola secondaria di primo e di secondo grado, devono assumere e contemplare nel piano dell’offerta formativa.

Si tratta di un obiettivo di alto profilo che mira a consolidare nelle giovani generazioni una cultura civico-sociale e della cittadinanza che intreccia lo sguardo locale, regionale con più ampi orizzonti: nazionale, europeo, internazionale. Si tratta di un obiettivo che deve tradursi in adesione consapevole al quadro valoriale espresso dalla nostra Carta costituzionale cui si ispirano atteggiamenti, comportamenti, punti di vista, linguaggi e pratiche quotidiane».

Per fare questo urge rivalutare l’alleanza scuola-famiglia intesa come «corresponsabilità educativa» rafforzarne la collaborazione con un Patto di corresponsabilità che definisca chiaramente gli ambiti di partecipazione della famiglia alla vita della scuola promuovendo un recupero di fiducia e di vicendevole legittimazione.

Urge ripensare anche agli organi collegali per proporre una presenza collaborativa e dialogica delle famiglie e dei ragazzi in prima persona. In questo modo i giovani si educherebbero a un esercizio consapevole della rappresentanza democratica, praticherebbero fin da subito i diritti e i doveri della cittadinanza.

Scuola e Stato sono i pilastri portanti ma entrambi devono cooperare per promuovere una cittadinanza attiva. come?

Ripartendo da un’educazione civile, da un’educazione civica, da un’educazione etico-religiosa, ma soprattutto dalla presa di coscienza del valore della persona, di ogni persona e di tutte le persone, nessuna esclusa.

Come sempre, noi ucimini lavoriamo per questo!