La Scuola e l'Uomo - n. 9-10-Settembre-Ottobre 2021

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVIII - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 20211 24 professionale che introduce al lavoro, con una alternanza con periodi di studio, fino ai 18 anni (è il sistema duale, tanto ammirato in Italia, ma, oggi, messo in discussione nella stessa Germania, perché, con la crisi economica suc- ceduta all’unificazione, le imprese non sono più in grado di offrire abbastanza stages for- mativi e la disoccupazione è molto aumenta- ta). Un quarto dei ragazzi va verso una scuola media (la Realschule ), che permette di acce- dere ad una formazione superiore, però solo di tipo non universitario. Un poco più di un quarto degli studenti si iscrive alla scuola se- condaria generale (il Gymnasium ), per seguire un curricolo che lo condurrà agli studi univer- sitari. La logica di questo modello è opposta a quella dei sistemi scandinavi: in questi ultimi si vuole portare tutti i ragazzi allo stesso livel- lo a 16 anni, con ancora tutte le strade aperte, mentre in Germania l’orientamento molto pre- coce porta ad una situazione che, se dà assi- curazioni sul futuro, le fornisce con modalità fortemente condizionate dall’estrazione socia- le. Certo l’insuccesso scolastico non costituisce un problema, visto che gli studenti vengono quasi subito suddivisi in livelli differenziati, partecipando a scuole che richiedono presta- zioni molto diverse. L’autonomia scolastica, nonostante il decentramento strutturale de- rivante dallo Stato federale, non è molto am- pia: il centralismo dei Landers (e la eventuale costruzione di un’Europa delle regioni corre appunto questo rischio), non sembra lascia- re molto spazio alla libertà di gestione delle singole scuole. L’ultima indagine comparativa sui risultati dei ragazzi quindicenni ha visto, per gli studenti tedeschi, un risultato non solo inferiore alla media, ma con differenziazioni fra i migliori e i peggiori molto ampie: poca qualità e ancor minore equità. Tipologia latina e mediterranea: il tronco comune Quest’ultimo modello, presente in Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, sembra un tentativo di combinare i precedenti, i quanto ha scelto la soluzione di realizzare una scuo- la unica per la prima parte della secondaria, ma senza una effettiva pedagogia differenzia- ta (come in Scandinavia) e senza il tutorato (come nei paesi anglosassoni). Invece rimane vece di unificare primario e secondario infe- riore, ricerca una continuità tra quest’ultimo e il secondario superiore, con programmi che si possono scegliere da parte di allievi e fami- glie, ora però più limitatamente, poiché nel 1988 è stato definito un National Curriculum . In Inghilterra permane un piccolo numero di scuole tradizionali, che mantengono la vec- chia distinzione fra Grammar Schools , Modern Schools e Techical Schools , alle quali accedo- no i bambini delle «famiglie bene». Il sistema del tutorato costituisce il principale supporto al miglior funzionamento, in termini di egua- glianza e qualità del sistema. Il docente tutore guida l’allievo nel suo percorso scolastico, si preoccupa che l’insegnamento sia differenzia- to e perfino individualizzato ed aiuta i bambini in difficoltà (in Scozia vi è la figura del docen- te itinerante, che assicura sostegno aiutando colleghi e allievi che ne hanno bisogno). Anche in questo caso, pur procedendo a valutazio- ni degli allievi, non sono previste ripetenze: pur con una struttura diversa vi è un’«aria di famiglia» con il modello scandinavo, che deriva probabilmente dalla comune religione protestante (Irlanda esclusa, ovviamente).In Scozia il decentramento, già tipico di questo sistema, rimane più ampio, non essendo, tra l’altro, stato adottato il curriculum nazionale. Tipologia germanica: gli indirizzi separati Questo modello, presente in Austria, Germania, Lussemburgo, Olanda, Svizzera e, con differenze, in Belgio, mantiene la tradi- zionale suddivisione in tre indirizzi. Negli ulti- mi anni alcuni paesi hanno cominciato a preoc- cuparsi di una suddivisione degli studenti così precoce (all’inizio della secondaria inferiore, come era in Italia prima del 1962) e cercano di sviluppare un sistema di passerelle fra gli indirizzi. L’opzione fra indirizzi differenziati rimane comunque il fondamento di questo modello, che ha in Germania la sua massima espressione. Il bambino tedesco, entrato nella scuola a 6 anni, dopo 4 anni di studio (con qualche differenza secondo i Landers ), de- ve scegliere che strada intraprendere, anche se, teoricamente, sarebbero ancora possibili delle passerelle fra i 10 e i 12 anni di età. Oltre un terzo accede alla formazione corta ( Hauptschule ), seguita da una preparazione

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