La Scuola e l'Uomo - n. 9-10-Settembre-Ottobre 2021

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVIII - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2021 19 lastico, nonché ad un servizio civile univer- sale obbligatorio. CICLO TERZIARIO che prende l’avvio al termine del percorso statale tecnico-profes- sionale con l’accesso all’università o agli ITS, biennali, e l’acquisizione di crediti anche per l’università stessa, mentre per il secondo ca- nale ci saranno gli IFTS, corsi superiori an- nuali programmati dalle regioni e affidati a istituti o centri di formazione professionale, con l’intervento degli istituti universitari e delle imprese, mentre gli ITS si costituiscono in «fondazioni di partecipazione» con l’inter- vento dello Stato d’intesa con le regioni, gli istituti tecnici, i centri di formazione profes- sionale e le imprese. Per l’istruzione tecnica-professionale è necessaria un’attività di alternanza scuo- la-lavoro, che deve avere una valutazione a sé da inserire nel curriculum dello studente. Si tratta, come si è detto, di un’area va- sta che comprende segmenti di diversa or- ganizzazione e che richiede una governan- ce coerente ed efficace, entrambi i canali infatti sono afferenti allo stretto rapporto tra la formazione e il lavoro. Tale area dovrà avere come anima didattica le competenze, una modalità di acquisizione di conoscenze e abilità di carattere «incrementale», dina- mica, in relazione ai cambiamenti rapidi che vengono richiesti dalle realtà professionali, proiettate verso la formazione permanente e ricorrente. L’UE ha messo a punto un quadro di com- petenze nella formazione generale, di cit- tadinanza, sulle quali deve basarsi anche la valutazione degli allievi, nonché un «quadro europeo delle qualifiche» (EQF) per il rico- noscimento delle professionalità in ambito comunitario, che il nostro Paese ha recepi- to con il «quadro nazionale delle qualifiche» (QNQ), ma per ora è relegato nella parte regionale della formazione professionale, mentre potrebbe essere esteso a tutta l’area tecnico-professionale. Per le competenze generali era già sta- to emanato un decreto che costituiva delle aree disciplinari da porre in atto nel biennio secondario di secondo grado (DM 139/2007)a seguito dell’innalzamento dell’obbligo scola- stico a 10 anni, che praticamente è rimasto lettera morta, con l’obbligo di certificazione – Svolgerà una funzione di conferma dell’in- dirizzo prescelto, appartenendo istituzio- nalmente agli istituti di secondo grado, con l’anticipazione di alcune materie che qualificano tale indirizzo, per proseguire nel successivo triennio. Il decreto sui nuovi istituti professionali varato dalla «buona scuola» reintroduce il biennio (2+3) e pur essendo interessante l’ap- proccio di organizzazione della didattica, che potrebbe essere riportato anche negli istituti tecnici , sarà bene affiancarli a questi ulti- mi, perché possano costituire una sola unità scolastica (tecnico +professionale) anche in caso di accorpamento per la costituzione di un unico istituto superiore. Il secondo canale attualmente è costitui- to dalla formazione professionale regionale (3 anni+ un quarto per il conseguimento del diploma professionale). Anche qui il primo anno ha una funzione orientativa/riorienta- tiva e potrebbe consentire il passaggio nelle scuole superiori. Per sostenere la debolez- za del sistema regionale in alcune realtà si potranno costituire, come avviene già speri- mentalmente, istituti a carattere misto, pro- fessionale statale e regionale, per arrivare alla fine del triennio a dare la qualifica regio- nale anche attraverso un istituto professio- nale statale che non avrebbe la terminalità triennale. In tale ottica e sulla base delle sperimen- tazioni attuate fin dal contemporaneo innal- zamento dell’obbligo scolastico e formativo (diritto-dovere di cui al D. Leg.vo 76/2005) per l’integrazione tra istruzione e forma- zione professionale, anche su indicazione dell’art. 117 della Costituzione, e in atto all’insegna degli «organici raccordi» di cui alla Conferenza stato-regioni, sarebbe giunto il momento di prevedere un unico canale da attribuire alle Regioni, in relazione al pro- gressivo decentramento di cui al D. Leg.vo 112/1998. In questo modo si potrà compren- dere anche l’apprendistato che potrà accom- pagnare l’acquisizione del titolo finale. IL QUINTO ANNO terminato a 18 anni il percorso secondario con il diploma di istru- zione e formazione si può proseguire nel ciclo terziario, oppure si potrebbero avere attività finalizzate all’alternanza scuola-lavoro o ad esperienze internazionali, tipo Erasmus sco-

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