La Scuola e l'Uomo - n. 9-10-Settembre-Ottobre 2021

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVIII - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2021 8 Spi r i tual i tà gine poetica e retorica insieme: «Noi siamo come il mare che riceve acqua da tutte le parti e le torna a distribuire a tutti i fiumi». L’esaltazione dei valori del convento ri- torna ancora sulla bocca di fra Galdino nel colloquio con Agnese quando essa torna da Monza e cerca di Padre Cristoforo, che inve- ce è partito per Rimini. Fra Galdino esalta e difende l’obbedienza religiosa, fra Cristoforo è solo uno dei tanti predicatori che danno lustro all’ordine – un religioso intercambiabi- le - ed ipotizza che sia stato richiesto come predicatore dal provinciale di un’altra regio- ne ed abbia spiccato il volo senza più sapere dove andrà a posarsi: «abbiamo conventi in tutte le parti del mondo». Di fronte alla desolazione di Agnese fra Galdino consiglia di ricorrere a Padre Zaccaria: «È un uomo di vaglia, vede- te il P. Zaccaria. E non istate a badare come fanno certi ignoranti, che sia così mingherlino, con una vocina fessa e una barbetta misera misera: non dico per predicare, perché ognuno ha i suoi doni; ma per dare dei pareri è un uomo, sa- pete?». Ma Agnese non ha bisogno di pa- reri, ha bisogno solo di Padre Cristoforo che aveva preparato tutto per aiutarli. L’umorismo manzoniano è discreto, ma tagliente. Per aiutare i poveri non basta appartenere ad un ordine religioso, dare dei pareri, bisogna coinvolgersi con loro ed aiutarli concretamente. Un altro frate del convento è il sacrestano Fra Fazio che appare accanto a fra Cristoforo quando per cercare scampo, Agnese, Renzo e Lucia entrano nella chiesa del convento di Pescarenico. Fra Fazio ha fatto tutta la resistenza possibile per quella attesa not- turna dei fuggitivi, «incomoda» perché de- ve vegliare di notte, «pericolosa», perché si accolgono dei perseguitati da un signorotto che potrebbe vendicarsi, «irregolare» per- ché contro le Costituzioni: «ma padre, ma padre… di notte… in Chiesa… con donne… la regola… E tentennava la testa». Ci vuole tutta l’autorità morale di Padre Cristoforo, la sua battuta «Omnia munda mundis» per indurlo a questa opera di carità. Il contrasto visione notturna di Renzo in fuga da Milano, in cerca di salvezza al di là dell’Adda: «una treccia nera ed una barba bianca». Il convento di Pescarenico Il convento di Pescarenico è il punto di ri- ferimento di tutta la prima parte del roman- zo fino alla fuga di Renzo, Lucia ed Agnese dal loro paese. Oltre al padre guardiano e a Padre Cristoforo, che teme il rimprovero e la punizione del suo superiore (non uscire il giorno dopo) se rientrerà tardi in convento, vi sono il cercatore fra Galdino, il sacrista fra Fazio, Padre Atanasio, Padre Girolamo e Padre Zaccaria. Una comunità di sette reli- giosi, cinque sacerdoti e due fratelli laici. Qualche breve cenno sui componenti: essi vengono tutti direttamente o indirettamente raffrontati con Padre Cristoforo. Fra Galdino è il frate cercatore che incar- na in modo semplice e riduttivo lo spirito del suo convento, del quale lui è un pacifico e simpatico rappresentante. È immediatamen- te riconosciuto durante la cerca da Agnese e Lucia, è curioso delle loro vicende, è sviato nella sua curiosità da Agnese che si informa invece sulla cerca. Galdino si identifica con il suo ruolo e le sue noci, soggiunge nella sua egoistica logica conventuale che per fare tor- nare l’abbondanza è necessaria l’elemosina al convento e racconta con ingenuità il mi- racolo delle noci in un convento di Romagna con il P. Macario, il benefattore ed il figlio scapestrato. Il racconto finisce con un’imma-

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