La Scuola e l'Uomo - n. 9-10- Settembre-Ottobre 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2020 7 Padre Giuseppe Oddone, Consulente ecclesiastico nazionale UCIIM Spi r i tual i tà I l messaggio del Vangelo di Gesù traspare in modo particolare nelle parabole da Lui raccontate. Nella loro semplicità, nella loro immediatezza, diciamo pure nella loro bellezza poetica, esse costituiscono il cuore del suo annuncio di salvezza. Con esse Gesù ha spiegato cos’è il regno dei cieli, ci ha offerto una nuova compren- sione del volto di Dio Padre, ha rivelato le realtà più preziose, ci invita a metterci alla sua sequela. Inoltre poiché le parabole sono ideate e raccontate da Lui stesso e costituiscono la sua forma preferita di predicazione ci aiu- tano a conoscerlo meglio, a scoprire la sua personalità, il suo modo di parlare, di guar- dare il mondo e nella loro ambientazione ci trasmettono anche la profonda mentalità ebraica di Gesù. Esse prendono spunto infatti dalla vi- ta e dalle comuni attività quotidiane nella Palestina del suo tempo, svelano l’amore di Gesù per la vita semplice delle persone ed hanno lo scopo preciso di invitare gli ascol- tatori a prendere posizione di fronte a lui, ad entrare nel suo regno ed a scoprire la gioia di appartenervi. Tuttavia ogni parabola dice e non dice, svela e nasconde, manifesta ed oc- culta: interpella l’ascoltatore e lo impegna nella ricerca di senso, lo stimola a prendere una decisione nella sequela o nel rifiuto di Gesù. Ben presto nella predicazione degli apo- stoli e dei primi annunciatori del messaggio di salvezza di Gesù, si iniziarono a fissare per scritto, prima della stesura degli stessi vangeli, proprio ad uso di missionari, delle raccolte tematiche che riguardavano i mira- coli di Gesù, i detti e gli insegnamenti, ma soprattutto le parabole, ritenute l’aspetto più innovativo e più originale del suo inse- gnamento. Queste raccolte, chiamate tradi- zioni, costituiscono la fonte dei Vangeli. Ma nel trascriverle le prime comunità cristiane evidenziarono alcuni aspetti per finalizzarle ad una situazione precisa del loro vissuto; gli evangelisti poi sottolinearono altre caratte- ristiche secondo la loro sensibilità o la loro tecnica narrativa, modificando talvolta addi- rittura i destinatari cui erano rivolte. È possibile per gli specialisti in alcune pa- rabole riscontrare i tre livelli: il racconto di Gesù, l’intervento della prima comunità che adatta la parabola alla sua situazione di vita, lo stile dell’evangelista che redige il testo secondo il suo stile e trae le sue conclusioni. Le parabole raccontate da Luca (ad. esempio il buon samaritano, il figliol prodigo, il ricco epulone, il fariseo ed il pubblicano, ecc.) ri- velano inoltre una notevole capacità lette- raria ed artistica ed un’ottima padronanza della lingua greca. Interpretare la parabola La parabola è un breve racconto che pren- de spunto da situazioni della vita quotidiana e da personaggi tipici della società del tempo di Gesù: un pastore che perde una pecora, un figlio che si ribella al padre, un viaggiatore che scende da Gerusalemme a Gerico, un am- ministratore infedele, un ricco insensibile alle sofferenze di un povero, ecc. Ma a un certo punto in quasi tutte le parabole, irrompe un elemento inatteso che scombina il raccon- to e che lascia sbalorditi gli ascoltatori: una stranezza, un paradosso, un comportamento sconcertante. È proprio su questo elemento che dobbiamo concentrare la nostra atten- zione, perché questo è solitamente il punto focale della parabola. Eccone una breve esemplificazione. LE PARABOLE DI GESÙ
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