La Scuola e l'Uomo - n. 9-10- Settembre-Ottobre 2020
Vi ta del l ’Unione LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2020 44 difficoltà, a non scoraggiarci, ad imboccare la via dell’innovazio- ne, per una Scuola, che sappia incarnare il motto dell’Associa- zione: «Prima la Persona», di cui la nostra Sezione si è fatta promotrice con la riscoperta della Meraviglia, ad integrazio- ne delle nuove tecnologie, nella nostra azione educativa e didat- tica. ( Maria Grazia Gravina ) TRIESTE Realmente densa, profonda, umanamente ricchissima, la videoconferenza « Educare al tempo del Covid-19: in dialogo tra J.H. Newman, B. Lonergan, papa Francesco » per la statura delle personalità attorno al cui pensiero si è articolata la con- versazione e per lo spessore dei relatori, Francesca Zaccaron e Paul O’ Hara, entrambi non solo acuti e appassionati studiosi di Newman e Lonergan, ma anche credenti e docenti che nella vita e nell’esercizio della loro pro- fessione hanno fatto propri gli insegnamenti dei due teologi. Bernard Lonergan (1904-1984), come ha ricordato Marina Del Fabbro in sede di introduzione, è stato uno dei più grandi episte- mologi del Novecento. Teologo gesuita canadese, ha realizzato un’opera colossale paragonabi- le a quella di Tommaso: come l’Aquinate, anche Lonergan ha organizzato una visione unita- ria dell’articolarsi delle scienze naturali e umane immaginando una nuova «summa» del sapere contemporaneo. Sotto il profilo educativo, il suo pensiero si ar- ticola sull’«autoappropriazione» che passa attraverso le tre fasi di conoscenza, giudizio e deci- sione. Fondamentale la sua in- dagine su intelligenza, raziona- lità, responsabilità che connota- no la natura umana. John Henry Newman (1801- E questa verità Francesca Zaccaron l’ha sperimenta più volte nella sua professione, al tempo del Covid soprattutto quando ha avvertito nei suoi studenti di quarta e quinta su- periore di Conegliano veneto un grande bisogno di rassicura- zione, ascolto, sostegno. Diversi si sono ritrovati soli, momenta- neamente separati dai genitori qualora sanitari in volontario isolamento; altri hanno visto morire nonni e zii, altri si sono sentiti dispersi e confusi anche relativamente alle loro scelte universitarie o lavorative. C’è stato bisogno di rigore, ma an- che di flessibilità e soprattutto di ascolto: di paure, ma anche di sogni e progetti. Come è sta- to pure necessario sfrondare la materia, andare alla ricerca de- gli snodi fondanti della storia e filosofia da insegnare, e lavorare in forte sinergia con i colleghi. Da dove deriva a Newman la sua attenzione per il singolo al punto da essere definito « profe- ta dell’interiorità? ». Certamente dalla sua relazione con l’Assolu- to, quella relazione che, come ricorda in « Apologia pro vita sua », gli consente di affermarsi con convinzione davanti a Dio come myself ma sempre con la consapevolezza della sua non autosufficienza: myself and my Creator. La dimensione sociale non è dimenticata, ma è anche vero che « in ciascuno c’è una profondità insondabile, un abis- so di esistenza » che va conosciu- to. In questo cammino di cono- scenza del sé si ha bisogno di essere guidati, di sapersi benvo- luti, preziosi, unici, irripetibili. E veniamo alla « crisi dell’a- dolescente » nella visione di Lonergan che ebbe molte affini- tà con Newman, lo lesse, studiò e reinterpretò. Chi è, per Lonergan, l’adole- scente? Nella « IV lezione sull’e- 1890), certamente più noto di Lonergan se non altro perché proclamato santo lo scorso 2019 da papa Francesco, vissuto un secolo prima di Lonergan, sa- cerdote e cardinale convertitosi dall’anglicanesimo al cattolice- simo, fu studioso, riformatore, predicatore e vero maestro in campo educativo, grande visio- nario ma al contempo assolu- tamente concreto, attento alla «persona» in tutte le sue di- mensioni. Estremamente vicino alle esigenze dei suoi studenti, fece suo il motto «Cor ad cor loquitur» : al cuore si parla con il cuore. Data la vastità e la profondità della filosofia dell’educazione di Newman e Lonergan, tratte- remo solo alcuni degli aspetti del loro pensiero. Di Newman considereremo prima la «que- stione educativa» come sinergia tra sistema educativo e influen- za del maestro, e successiva- mente « l’unicità del soggetto » in rapporto a Dio creatore; di Lonergan esamineremo « la crisi dell’adolescente ». In « Scritti sull’Università » Newman afferma che l’educa- zione inizia con « l’influenza », ovvero con l’ascendente dell’in- segnante, e finisce con il « siste- ma » ovvero con una organizza- zione regolamentata e codifi- cata. Di entrambi c’è bisogno, ma certamente indispensabi- le è la relazione educativa tra discente e docente. In « L’idea di Università » Newman affer- ma che « l’insegnante può fare a meno del sistema, ma il sistema senza influenza dell’insegnante crea un inverno artico ». Proprio così lo chiama: artic winter . Lo sviluppo cognitivo non basta. È necessaria un’apertura morale e religiosa. L’educazione, affer- ma sempre Newman « deve far fiorire lo studente ». Non basta- no i contenuti.
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