Settembre-Ottobre 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2018 6 la pace scenderà su di noi la pace dei figli di Dio, la pace del Risorto che ci fa cercare ciò che porta all’unità superando i conflitti. Beati noi se siamo perseguitati per la giustizia. «Se non vogliamo sprofondare in un’oscura mediocrità, non pretendiamo una vita comoda, perché chi vuol salvare la pro‐ pria vita perderà» (90). La società attuale non è per lo più favorevole ai valori del Vangelo. Spesso essa è «alienata, intrappo‐ lata in una trama politica, mediatica, eco‐ nomica, culturale e persino religiosa che ostacola l’autentico sviluppo umano e so‐ ciale» (91). In tale contesto «vivere le bea‐ titudini diventa difficile e può essere addi‐ rittura una cosa malvista, sospetta e ridico‐ lizzata» (91). Se accettiamo la via del Van‐ gelo, nostro è il regno dei cieli, che inizia qui sulla terra per trovare la sua realizza‐ zione definitiva alla fine dei tempi con il ri‐ torno di Cristo. C’è una grande regola di comportamento che riassume le beatitudini ed è quella de‐ scritta nel vangelo di Matteo al cap. 25, quando parla del Giudizio finale: una specie di protocollo su cui saremo giudicati. Ciò che abbiamo fatto agli altri sarà il criterio su cui sarà valutata da Cristo la nostra vita. La santità delle beatitudini rifugge da una spiritualità astratta, che separa la preghiera dall’azione oppure che appiattisce tutto in una dimensione mondana: dietro il volto di ogni fratello c’è il volto di Gesù. Aggiungo due riflessioni che traggo dalla nostra tradizione letteraria. Il nostro poeta Dante è ben consapevole nella Cantica del Purgatorio – un itinerario verso il Paradiso – che non si può raggiungere Dio se non si è assimilato completamente lo spirito delle Beatitudini: solo quando il poeta avrà gra‐ dualmente cancellato le tendenze negative insite nei sette peccati, la superbia, l’invi‐ dia, l’ira, l’accidia, l’avarizia, la gola e la lussuria, egli potrà continuare il suo cammi‐ no verso la visione di Dio. Le varie beatitudi‐ ni, che si oppongono ad una tendenza pec‐ caminosa particolare, sono cantate dall’An‐ gelo custode delle varie cornici. È necessa‐ rio prima ascoltare e meditare esempi di vir‐ tù premiata, di vizio punito, immedesimarsi nella sofferenza dei penitenti, piena comun‐ que di gioia e di speranza; finalmente Dante può essere abbagliato dalla luce dell’Ange‐ lo, sentire il profumo della sua presenza o la freschezza della sua ala che cancella uno dei sette P (peccati) incisi sulla sua fronte e proseguire nella sua ascesa. Ed il primo esempio che illustra lo spirito delle beatitu‐ dini è sempre tratto dagli episodi evangelici della Vergine Maria: nell’Annunciazione è esaltata la povertà dello spirito e la sua pu‐ rezza di cuore, nell’attenzione agli sposi di Cana la misericordia opposta all’invidia e la sete di giustizia, nell’incontro con Gesù smarrito nel tempio la mitezza di Maria, nel‐ la sua visita ad Elisabetta lo zelo di carità, nella nascita di Gesù a Betlemme il suo di‐ stacco dalle ricchezze. Così pure ne «I Promessi Sposi» il Manzo‐ ni ci mostra lo spirito delle beatitudini per‐ fettamente realizzato in Lucia ed in Fra’ Cristoforo, «due immagini, nette d’ogni so‐ spetto, amabili in tutto: una treccia nera ed una barba bianca». Lucia con la sua forza d’animo, la fede in Dio e la preghiera alla Vergine, la capacità di perdono diventa nel momento più terribile della sua vita, nella notte del rapimento, strumento di grazia per l’Innominato; Fra’ Cristoforo con la sua l’intensa vita interiore di amore e di imita‐ zione di Cristo diventa attivo e consapevole protettore dei poveri, donando senza riser‐ ve, con eroismo e con gioia, la vita per gli appestati. S p i r i t u a l i t à
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