Settembre-Ottobre 2018
CHE COSA RENDE UN INSEGNANTE UN BUON INSEGNANTE? Simona Baggiani, Esperta INDIRE (1) L a scuola sono i professori, nel bene e nel male, questo è un dato incontro‐ vertibile. In altre parole: serve un buon insegnante per fare un buon alunno. L’attuale contesto socio‐economico e tecnologico globale ha posto l’istruzione al centro della strategia europea per la com‐ petitività, lo sviluppo e la sostenibilità. Le scuole, d’altra parte, sono messe di fronte a sfide senza precedenti: è richiesto loro di produrre risultati misurabili, di funzionare con budget ridotti, di essere al passo con i tempi, di proporre contenuti accattivanti, mentre preparano gli studenti per un mon‐ do del lavoro che purtroppo spesso non rie‐ sce ad accogliere tutte le richieste. Questa forte pressione sul sistema si trasferisce al cosiddetto « fattore scolastico » più impor‐ tante nell’influenzare i risultati degli stu‐ denti, ossia gli insegnanti. La necessità di assicurare un insegna‐ mento di qualità era già d’altra parte uno degli obiettivi chiave del quadro strategico della Commissione europea per la coopera‐ zione nel settore dell’istruzione e della for‐ mazione adottato, nel 2009, dal Consiglio dell’Unione europea. Le Conclusioni del Consiglio del marzo 2013, Investire nel‐ l’Istruzione e nella formazione – Una rispo‐ sta a « Ripensare l’istruzione », ponevano ulteriormente l’enfasi sul ruolo dell’inse‐ gnante e sulla necessità di rivederne e raf‐ forzarne il profilo professionale. L’anno suc‐ cessivo, il Consiglio dell’Unione europea an‐ cora sottolineava che la formazione del per‐ sonale docente è parte integrante del più ampio obiettivo politico di aumentare l’at‐ trattività e la qualità della professione ed esortava i paesi membri a garantire che i propri insegnanti avessero regolari opportu‐ nità di aggiornamento e formazione secon‐ do metodologie didattiche efficaci e innova‐ tive. Infine, anche nel recentissimo progetto di relazione congiunta del Consiglio e della Commissione del 26 agosto 2015, che ridefi‐ nisce le nuove priorità per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazio‐ ne, si ricorda il ruolo cruciale della forma‐ zione degli insegnanti per far fronte in par‐ ticolare alla crescente eterogeneità degli studenti, prevenire l’abbandono scolastico e usare una didattica innovativa attraverso un adeguato utilizzo delle TIC. Nonostante questa indiscussa importanza attribuita al ruolo del docente, l’interesse ad intraprendere la carriera dell’insegna‐ mento è quasi ovunque generalmente in de‐ clino e la professione non è più attraente come lo era in passato. Questo aspetto, sommato al generale invecchiamento della popolazione docente, fa sì che molti paesi debbano affrontare, ora o nei prossimi anni, il problema di una carenza di personale do‐ cente in possesso di un’adeguata qualifica. In questo contesto caratterizzato da un’estrema attenzione al «fattore insegnan‐ ti», il rapporto di Eurydice The Teaching Profession in Europe: Practices, Percep‐ tions, and Policies analizza le politiche che regolano la professione docente e i compor‐ tamenti, le pratiche e le percezioni degli insegnanti stessi. In particolare, il rapporto interessa i quasi due milioni di insegnanti dell’istruzione secondaria inferiore (ISCED 2) impiegati nei 28 Stati membri, in Islanda, Liechtenstein, Montenegro, ex repubblica jugoslava di Macedonia, Norvegia, Serbia e Turchia. Si basa su dati Eurydice ed Euro‐ stat/UOE e su un’analisi secondaria dei dati 35 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2018 (1) http://www.indire.it/lucabas/lkmw_img/eurydice/articolo_professione_docente_SB_finale.pdf/adatt.
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