Settembre-Ottobre 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2018 14 dunque illimitate, ma la loro realizzazione è sottoposta all’esercizio della libertà da par‐ te della persona stessa e – sul piano educati‐ vo – si configura come un processo a termi‐ ne , che si completa con lo sviluppo – nella persona – delle virtù morali e teologali, ov‐ vero la consapevolezza di poter conoscere e voler rispettare le leggi iscritte nella natura stessa della persona umana. In dialogo con le filosofie e pedagogie del tempo Una delle ragioni per la ripresa del pen‐ siero di Tommaso è, a giudizio di Nosengo, la sua capacità di offrire – a distanza di tan‐ ti secoli – risposte pertinenti ad interrogati‐ vi sorti anche molti anni dopo, come ad esempio le istanze dell’attualismo idealisti‐ co di Gentile che, soprattutto sul piano del‐ la filosofia della conoscenza, erano state in‐ tercettate da Tommaso nel momento in cui si confrontava con gli Averroisti del suo tempo, ma non ci soffermiamo su questo elemento in particolare, per passare al con‐ fronto con l’attivismo deweiano, che costi‐ tuisce ancora oggi un importante punto di riferimento. Un recupero (pedagogicamente attrezza‐ to) delle riflessioni di Tommaso consentireb‐ be non solo di valorizzare gli aspetti miglio‐ ri dell’attivismo, ma anche di correggerne quei limiti che già erano stati segnalati nell’enciclica Divini illius magistri . Si po‐ trebbe dunque individuare una sorta di atti‐ vismo tomista di cui Nosengo si fa portavo‐ ce, non soltanto per ragioni di carattere teoretico, ma soprattutto in forza delle in‐ tuizioni pedagogiche maturate durante la sua continua attività di educatore: egli è stato un insegnante appassionato e coinvol‐ gente, un capo scout, un inventore di grup‐ pi spontanei come la Banda del grappolo . Tutte modalità operative che certamente miravano a favorire il massimo coinvolgi‐ mento possibile delle persone affidate alle sue cure educative, come del resto hanno sempre fatto i grandi educatori, dall’anti‐ chità ai giorni nostri. Il suo attivismo si fon‐ da dunque sulla visione classica e cristiana della persona umana, che egli esprime in termini serenamente tomisti, per cui l’allie‐ vo è – come ogni vivente – in potenza attiva e non semplicemente in potenza passiva ri‐ spetto alla propria attuazione umana, dun‐ que il suo coinvolgimento diretto diviene «metafisicamente necessario» e si traduce in cinque punti fermi che coniugano le istanze dell’attivismo innestandole nell’an‐ tropologia di cui sopra: L’alunno è una realtà viva e tesa alla sua attuazione, non in potenza passiva, ma in potenza attiva, cioè in quello stato potenziale che per la sua attuazione porta un proprio attivo contributo. (…) 1) Il fanciullo ha delle tendenze e dei moti vitali spontanei di natura biologica, psicologica e spirituale che si manifestano attraverso impulsi, interessi, bisogni e appetiti su tutti i piani (…). 2) il fanciullo, per dare una risposta a questi impulsi e per soddisfare questi interessi e appetiti, sente la imperiosa e naturale necessità di svolgere una attività alla quale è costitutivamente inclinato e senza la quale non può passare dagli stati potenziali agli stati di attuazione. 3) l’attività biologica, psicologica, intellettuale e spirituale ha come termine l’assimilazione di un particolare oggetto di natura corri‐spondente all’attività (…). 4) tutti gli sviluppi particolari dell’educando e lo sviluppo totale avvengono secondo tempi precisi che si succedono senza salti, gradatamente. (…) 5) l’interesse, i bisogni e le tendenze del fanciullo, dell’ado‐lescente e del giovane, considerati come uomini sono chiaramente finalizzati verso la pienezza di attuazione e, attraverso questa, verso il possesso di una Realtà capace di perfezionare l’uomo, in quanto superiore all’uomo (11). Il ruolo del maestro non è solo quello di un suscitatore di attività o – come si direb‐ be oggi – di un facilitatore dell’apprendi‐ mento, ma è quello di una vera e propria guida , che ha realizzato prima di tutto in se stesso quelle prerogative di umanità rispet‐ to alle quali l’allievo è in potenza. Giova ri‐ (11) G. N OSENGO , L’attivismo , «Ricerche didattiche», 12, 1952, pp. 368‐369.
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