Settembre-Ottobre-2014
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXI - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2014 38 rendono testimonianza. l’arte dunque deve rendere testimonianza alla vita. scopo prin- cipale dell’arte è, secondo Rupnik, dare vo- ce a chi non ne ha. molti elementi costituti- vi del mosaico diventano simbolo. tutto ha un senso nel progetto generale. ogni pietra trova una sua collocazione nella realizzazio- ne del lavoro dell’artista egli ascolta la pie- tra e sente dove essa suggerisce di aprirla, dando un taglio diverso da quello che la na- tura propone, scoprendo trasparenze e ve- nature sorprendenti. nasceranno così tas- selli di luce e di colore che accostati forme- ranno l’armonia finale. niente va scartato, ogni pietra è come una persona: se colloca- ta al posto giusto, contribuisce all’armonia del tutto. nel pomeriggio a lubiana P. Dr. Marko Ivan Rupnik ci intrattiene con un’indimen- ticabile conferenza intitolata: La dimensio- ne educativa dell’arte. l’arte è fatica e manualità, ma per arri- vare a questo bisogna sentire prima nel cuo- re ciò che si vuol creare. testa, cuore e ma- ni devono essere una cosa sola. fare con le mani significa esprimere quel che prima si è conosciuto e vissuto. l’arte è trasfigurazio- ne della vita, deve aprire lo sguardo, far uscire dalle tenebre, liberare i polmoni. l’arte, in quanto relazione, trasforma l’in- dividuo-artista in persona capace di rappre- sentare una realtà non idealizzata ma uni- versale, accessibile alla comprensione e alla sensibilità di tutti. la didattica moderna, che privilegia le materie scientifiche e matematiche parten- do dal presupposto che solo con la raziona- lità si ha accesso alla conoscenza, dimenti- ca che la ragione è solo uno degli strumenti di cui la mente umana si serve. l’arte, co- me rappresentazione simbolica che unisce due mondi, è anch’essa strumento di cono- scenza della vita, del bello e del vero. È l’arte che diventa arte di vivere. Il 26 luglio il Dr. Andrej Capuder ha pre- sentato La nascita di una storia . mi limiterò a riprendere alcuni passaggi dell’interessantissima conferenza del dr. Ca- puder per il quale raccontare è creare e la stessa letteratura prende le mosse dal rac- conto orale. Citando dante: «Vado raccon- tando quel che ho dentro», la partecipazione interiore è indispensabile per comunicare agli altri il proprio profondo sentire. la let- teratura deve permettere al nostro spazio in- terno di vibrare facendo emergere il buono e l’eticamente valido che può servire all’ele- vazione del lettore. miguel Cervantes nel don Chisciotte per il suo cavaliere errante sembra cercare gloria e reputazione mentre in realtà crea il personaggio dell’errante per non asservirlo al potere e porlo nella condi- zione di affermare valori che permettono al divino di convivere con l’umano diventando esempi più facili da seguire. E torna il tema dell’amore cortese con il culto della donna capace di nobilitare l’uo- mo. nella divina Commedia è la volontà di liberarsi del male e il desiderio di dio a con- durre dante, attraverso Beatrice, alla visio- ne del Cielo. E nel Paradiso è la voce del- l’amore puro ad ispirare a san Bernardo la sublime preghiera a maria: «Vergine madre, figlia del tuo figlio». Perciò la buona lettu- ra è edificante perché, riprendendo Kirke- gard, «edificante è ciò che ha fondamen- to». dunque per «edificare» fondamenta e «costruire» relazioni autentiche la lettera- tura, in un mondo dove tutto appare provvi- sorio e virtuale, dovrebbe suscitare senti- menti di amore, dare certezze, aiutare a trovare la verità e la bellezza nelle cose. la mattinata prosegue con l’intervento della Prof. Jana Ozimek: Il ruolo del pro- fessore in un percorso pedagogico in cui si intrecciano spiritualità, arte e inse- gnament o. Viene presentata la figura di Vladimir tru- hlar, poeta, professore di teologia che ha scritto «Lessico di Spiritualità» nel quale so- stiene che l’opera d’arte ha radici nell’espe- rienza dell’assoluto. «Essa apre uno spazio in cui si può entrare, respirare e muoversi, ma questo non può avvenire senza la contempla- zione, di cui noi, uomini dell’età moderna, abbiamo bisogno più di chiunque altro». È in- nanzi tutto il soffio dello spirito di verità che deve impregnare l’artista: è solo allora che l’arte può produrre un effetto sul lettore, lo spettatore o l’ascoltatore. Il professore è chiamato a rivestire un doppio ruolo: identi- ficatore e facilitatore. nel primo caso tra- smette le opere d’arte già realizzate agli studenti perché la loro interpretazione con- tinui e nello stesso tempo identifica le atti- tudini artistiche dei ragazzi, guidandoli nel loro sviluppo. nel secondo caso il professore aiuterà i suoi allievi a scoprire la scintilla di dio che essi ospitano, coltivandola fino al suo pieno sviluppo. l’educazione presuppone
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