Settembre-Ottobre-2014
15 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXI - Numero 9-10 - Settembre-Ottobre 2014 la sCUola PER CIasCUno nElla sCUola dI tUttI Giorgio Chiosso, Professore Ordinario - Storia della pedagogia - Università degli Studi di Torino Così accade in un contesto personalizza- to: c’è un obiettivo da conseguire, ma cia- scun allievo lo può perseguire in misura del- le sue specifiche qualità personali, anche qui prevedendo che potrebbe esserci anche qualche allievo che si ferma prima, ma ri- spetto al quale sono state esplorate tutte le vie perché i suoi risultati siano adeguati alla potenzialità cognitiva, al desiderio di impa- rare e di mettersi in gioco e così via. natu- ralmente esiste anche l’eventualità del caso contrario e cioè quella di un allievo partico- larmente dotato che, approfittando della li- bertà prevista dalle pratiche personalizzanti può percorrere spazi di sapere inizialmente non previsti. Rispetto a questo quadro appena deli- neato, vorrei subito chiarire alcuni ricorren- ti equivoci. Il primo è quello di confondere la personalizzazione con l’insegnamento in- dividuale. niente di più sbagliato: valorizza- re e potenziare le caratteristiche di ciascun allievo non significa affatto dedicarsi a cia- scuno di essi in modo singolo. Questo ap- proccio educativo prevede, anzi, anche una robusta iniezione di vita scolastica socializ- zata, per esempio nelle forme dell’appren- dimento cooperativo tra pari. Il secondo equivoco riguarda la convin- zione che la personalizzazione educativa e, in modo tutto speciale l’apprendimento personalizzato, costituiscano un’esperienza tanto interessante in via di principio quanto impraticabile nelle condizioni attuali della normativa scolastica. Posso assicurare – an- che se non ho lo spazio per dimostrarlo – che gli spazi di flessibilità previsti dalle at- tuali norme che governano l’autonomia sco- lastica sono tali da poter facilmente con- sentire questa prassi educativa che del re- sto in molte realtà, specie della scuola pri- maria, è già abbastanza praticata con buoni risultati. 1. Una prima (approssimativa) definizione Il significato dell’espressione «persona- lizzazione» appare ad una prima analisi piuttosto evidente. si tratterebbe di predi- sporre il funzionamento della scuola, lo svolgimento della sequenza insegnamen- to/apprendimento e i processi di socializza- zione in modo da garantire a ciascun allievo una formazione adeguata alle sue caratteri- stiche personali, alle sue conoscenze pre- gresse, ai suoi ritmi di sviluppo. gli inse- gnanti andrebbero formati non per gestire una «classe», ma gruppi di allievi organizza- ti in ragione delle loro capacità, delle loro aspettative, delle loro esperienze e andreb- bero provvisti di competenze necessarie per svolgere compiti di tutorato. Con un paragone piuttosto banale e re- stando a un livello alquanto generico, l’ap- prendimento immaginato nell’ottica della personalizzazione educativa potrebbe essere accostato a una lunga camminata in monta- gna il cui successo e il cui livello di soddisfa- zione è tanto più efficace quanto maggiore è la libertà assegnata ai membri del gruppo di adeguare il passo alle loro energie e alla loro consuetudine con lo sforzo fisico. Il ri- sultato finale è certamente quello di rag- giungere la meta concordata nel rispetto delle possibilità di ciascuno e anche ricono- scendo legittime alcune eccezioni rispetto al tempo impiegato perché non tutti, ad esem- pio, hanno la medesima predisposizione a sopportare un lungo sforzo. dobbiamo addirittura mettere nel conto che qualche partecipante non è nemmeno nelle condizioni di giungere alla meta. ma questo non pregiudica il fatto che gli sforzi compiuti e la partecipazione a una impresa comune costituiscano un’esperienza impor- tante, specie se animata e sostenuta da un adulto capace di motivare i partecipanti.
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