LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIX- Numero 7-8 - Luglio-Agosto 2022 XXXXVVII II sua crescita. Per quanto riguarda la frequenza della materna, il problema è anche renderla possibile, in ogni area del Paese (per esempio in molte aree interne e montane). 5. Sì. Ci sono troppe spinte a riprodurre meccanismi di selezione e di indirizzo, che hanno poco a che fare col «merito» e molto con le differenze sociali. La scuola deve tornare ad essere un «ascensore sociale», non una fotografia delle diseguaglianze. Aggiungo che, nella nostra visione, deve essere gratuita, dal nido all’università, sostenuta da una fiscalità generale realmente progressiva. Anche l’università è tornata ad essere un privilegio sociale; invece, il sapere oltre ad essere un diritto è anche uno straordinario investimento per il futuro. 6. La ritengo utile se finalizzata a riflettere collettivamente, a dare alla scuola e al potere legislativo, o agli enti locali, un quadro approfondito (e non superficialmente impressionistico, come accade oggi con i test INVALSI) dei problemi, dei bisogni o dei punti di forza; se serve, in sintesi a far crescere l’intero sistema formativo, in una logica solidale, non selettiva. 7. Ho, in parte, risposto nella domanda precedente. Servono analisi dei limiti e delle potenzialità, per far crescere tutti, non classifiche (anche perché il lavoro degli insegnanti e dei dirigenti è un po’ più complesso dei rilevamenti statistici). Trovo importante il lavoro collettivo, dei Collegi docenti e dei Consigli di classe, capaci anche di autovalutazione; la formazione è soprattutto lavoro collettivo, collaborazione degli adulti, per far crescere i giovani; e non va dato spazio a logiche concorrenziali. Dunque la valutazione è utile per migliorarsi, non per guadagnare qualche euro in più (aspetto importante, certo, perché gli insegnanti italiani hanno retribuzioni tra le più basse; ma che deve essere gestito dalla contrattazione sindacale, non può avvenire per decreto, o essere affidato a soggetti o criteri estranei alla logica formativa). 8. Penso che sia importante, per noi insegnanti, essere preparati e formati; e continuare ad esserlo per tutta la vita, in una società che si trasforma vorticosamente. Questo vale sia sul piano delle conoscenze disciplinari, che, a maggior ragione, su quello delle metodologie didattiche e delle sfide pedagogiche. Ma non credo sia utile l’obbligatorietà, meno che mai se appaltata a soggetti estranei all’esperienza scolastica, o affidata alle mode dei tecnicismi formali e burocratici. Penso sia molto più utile motivare insegnanti e dirigenti, consentendo loro, per esempio, brevi periodi sabbatici di formazione volontaria, verificabile e a cui far corrispondere specifici adeguamenti retributivi (contrattualmente definiti). Credo anche che sia molto importante, voglio ripeterlo, il lavoro collettivo di autoformazione e autoaggiornamento, a cominciare dai Collegi docenti.
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