Luglio-Agosto 2018
1° Capitolo È da poco stata divulgata l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate , sulla chia- mata alla santità nel mondo contempora- neo. Essa è stata firmata il 19 marzo, quin- to anniversario dell’elezione di Papa Fran- cesco e presentata il 9 aprile 2018, festa li- turgica dell’Annunciazione quasi ad indicare il forte legame che questo documento ha prima di tutto con la vita personale del Pon- tefice e col mistero dell’Incarnazione, di Dio che si fa uomo e pone la sua tenda fra noi. Gaudete et exsultate fa seguito ad una serie di interventi di magistero del Pontefi- ce: Lumen fidei (29 giugno 2013), un’enci- clica da lui redatta in collaborazione con il Papa emerito Benedetto XVI, la prima esor- tazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013), che costituisce il suo pro- gramma di Pontificato, l’enciclica Laudato si’ (24 maggio 2015), l’ Amoris laetitia , se- conda esortazione apostolica sull’amore nella famiglia (19 marzo 2016). Questa sua terza esortazione non costi- tuisce un trattato sulla santità, appare tut- tavia una riflessione portata avanti da tanto tempo ed ha lo scopo di suscitare e promuo- vere nella Chiesa con un vibrante appello a tutti i cristiani il desiderio di santità. È un documento che nasce dalla lunga pratica pastorale di Bergoglio, prima vescovo di Buenos Aires e poi Papa, un pastore che av- verte l’odore delle pecore. Egli sottolinea che la santità è una possi- bilità concreta alla portata di tutti e che non è affatto vero che i santi siano più am- mirabili che imitabili: Papa Francesco fa in qualche modo piazza pulita di una prassi che definiva la santità come una realtà straordinaria, che esigeva appunto «il mira- colo della santità» con l’esercizio delle vir- tù teologali e cardinali praticate in modo eroico, e «la santità dei miracoli» ossia una serie di miracoli compiuti dal santo durante la vita ed impetrati dopo la morte. Egli pre- senta invece una santità feriale e quotidia- na, adatta a tutte le età della vita, non eli- taria, intellettuale o volontaristica, ma le- gata alle relazioni che instauriamo con Dio e con gli altri, al lavoro che svolgiamo, al modo concreto con cui viviamo in pubblico ed in privato; essa ha anche una dimensione comunitaria, oltre che personale, e va vis- suta, nonostante i limiti, nella coppia co- niugale, nella famiglia e nell’educazione dei figli, nei gruppi, nelle case religiose e nelle associazioni ecclesiali, nelle celebra- zioni liturgiche ed in particolare nell’Euca- ristia, nell’impegno sociale a favore dei po- veri e degli ultimi. Certamente la santità è frutto di grazia, è un dono che viene dall’alto, perché è il Signore che ha messo un seme nel terreno del nostro giardino e non sono i nostri meri- ti ad ottenerlo: tuttavia essa si sviluppa dal basso, nella vita ordinaria del popolo di Dio: è quella dei genitori che crescono con amo- re i loro figli, degli uomini e delle donne che lavorano per il sostentamento della propria famiglia, dei malati che soffrono pazientemente, dei religiosi e delle religio- se che vivono con fedeltà la loro vocazione. È in sostanza la santità del popolo di Dio, della classe media dei cristiani, spesso na- scosta, comune o piccolina come quella di Teresa di Lisieux, «la santità della porta ac- canto»; è comunque una santità personale e graduale, ordinaria, nascosta, un itinerario fatto di tanti piccoli gesti quotidiani dettati dall’amore, una santità che convive anche 5 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 7-8 Luglio-Agosto 2018 S p i r i t u a l i t à RIFLESSIONI SULLA GAUDETE ET EXSULTATE Padre Giuseppe Oddone, Consulente ecclesiastico nazionale UCIIM
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