Luglio-Agosto 2018

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 7-8 Luglio-Agosto 2018 42 Comunità educante. 1. Ai sensi dell’articolo 3 del decreto le- gislativo 16 aprile 1994, n. 297, la scuo- la è una comunità educante di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, infor- mata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni . In essa ognuno, con pari di- gnità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadi- nanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno». Legislazione europea ed extreuropea • Il Rapporto Unesco della Commissione internazionale sull’educazione per il XXI secolo (1996) afferma che «il fine centrale dell’educazione è la realizzazio- ne dell’individuo come essere sociale» e si propone quattro obiettivi prioritari : 1) imparare a conoscere; 2) imparare ad es- sere (capacità di pensiero critico, autono- mia, responsabilità); 3) imparare a fare; 4) imparare a vivere con gli altri. • Nella Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a com- petenze chiave per l’apprendimento permanente (2006) vengono delineate ot- to competenze chiave , tra cui quelle so- ciali e civiche, che «includono competen- ze personali, interpersonali e intercul- turali e riguardano tutte le forme di com- portamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costrut- tivo alla vita sociale e lavorativa». • Nel maggio 2010 tutti gli Stati membri dell’Unione Europea adottano la Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani , che, ba- sandosi su un concetto di cittadinanza universale, propone l’educazione globale, comprendente l’educazione allo sviluppo, ai diritti umani, alla sostenibilità, alla pa- ce, alla prevenzione dei conflitti e all’in- tercultura, perseguita attraverso modalità di apprendimento sia formale, nella scuola, sia non formale e informale. • Come si legge nel Rapporto a cura di Eu- rydice, pubblicato nel 2012 , «Nei più im- portanti documenti politici che hanno pla- smato la cooperazione europea nell’ulti- mo decennio e che influiranno su quanto accadrà da qui al 2020, viene riconosciuta l’importanza della promozione di una cittadinanza attiva e questo, di conse- guenza, è diventato uno degli obiettivi principali dei sistemi educativi di tutta Europa». Nel Rapporto, per educazione alla cittadinanza si intendono «gli aspetti dell’istruzione scolastica volta a prepara- re gli studenti a diventare cittadini attivi garantendo loro conoscenze, competen- ze e capacità necessarie a contribuire allo sviluppo e al benessere della socie- tà in cui vivon o. Si tratta di un concetto ampio, che racchiude non solo l’insegna- mento e l’apprendimento in classe, ma anche l’esperienza pratica acquisita du- rante l’attività scolastica e l’esperienza extrascolastica». L’Educazione alla cittadinanza nei paesi europei L’educazione alla cittadinanza è inclusa nei curricoli nazionali di tutti i paesi e viene impartita in tre modi diversi: come materia a sé stante (in circa la metà dei paesi euro- pei, con durata notevolmente variabile: dai 12 anni della Francia al singolo anno della Bulgaria), come parte di un’altra materia o area tematica (di solito, scienze sociali, storia, geografia, lingue e religione/etica), oppure sotto forma di tematica trasversa- le , che coinvolge tutti gli insegnanti (Irlan- da, Galles, Scozia, Croazia e Italia ). Inoltre 13 sistemi educativi la insegna- no solo a partire dal livello secondario di istruzione . Al contrario, nazioni come la Francia, l’Estonia e la Finlandia (con una certa flessibilità a livello secondario supe- riore) la offrono senza interruzione nel- l’arco di tutta la vita scolastica dei ragaz- zi, già a partire dal livello primario . In Grecia e in Romania, invece, viene offerta anche come disciplina obbligatoria separata (distribuita tra il livello primario e seconda- rio) ma non in modo continuativo. Nonostante i progressi di alcuni paesi, altri hanno ancora lacune significative

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