Luglio-Agosto 2018
nostra Costituzione , ma la direttiva 8.2.1996, n.58, non viene mai attuata per la fine del governo Dini (17.5.1996). Trovano invece spazio le altre «educa- zioni»: alla salute, all’ambiente, alla pa- ce, all’intercultura. • Nel 1998 il ministro Berlinguer vara lo «Statuto delle studentesse e degli stu- denti». • La materia è ripresa dalla legge delega 53/2003 della Moratti , che affronta nel- l’art. 2 , il tema dell’«educazione ai principi fondamentali della convivenza civile». Le conseguenti Indicazioni na- zionali relative al primo ciclo (dl 19.2.2004, n.59) articolano la conviven- za civile in sei «educazioni»: alla citta- dinanza, alla sicurezza stradale, all’am- biente, alla salute, all’alimentazione, all’affettività e sessualità. Le prime tre sono relative alla realtà ambientale e alle leggi, le seconde tre sono relative agli aspetti esistenziali vis- suti dai ragazzi. La difficoltà di articolare in termini ope- rativi un curricolo così complesso rende problematica questa parte delle Indica- zioni , sospesa fra trasversalità e discipli- narità. • Successivamente i governi del Centro Si- nistra si concentrano sull’autonomia, sulla riforma dei cicli, sullo Statuto delle studentesse e degli studenti e sull’inse- gnamento del Novecento nella storia de- gli ultimi anni della secondaria, inferiore e superiore, lasciando in ombra l’educa- zione civica. • Interviene, fra gli altri, il Presidente del- la Repubblica Giorgio Napolitano che, ricordando Aldo Moro e Gesualdo No- sengo, nel maggio 2008 , raccomanda, in un telegramma al convegno del- l’UCIIM, che « la Carta costituzionale e le sue disposizioni vengano sistemati- camente insegnate, studiate e analiz- zate nelle scuole italiane, per offrire ai giovani un quadro di riferimento indi- spensabile a costruire il loro futuro di cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri». • La sistemazione attuale è attuata dal ministro Gelmini che, con la legge 169 del 30 ottobre 2008 tenta la sintesi tra il termine, accreditato a livello internazio- nale, di «Cittadinanza» e i documenti del fondamento istitutivo della Repubbli- ca Italiana. Viene lanciata altresì una campagna di sensibilizzazione e di for- mazione degli insegnanti ed una speri- mentazione nazionale di «Cittadinanza e Costituzione». Oggi l’insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione» viene impartito dai profes- sori di storia, come un’appendice della disciplina e il voto confluisce nella valu- tazione per questa materia: i testi sono solo «consigliati». • Gli assetti del secondo ciclo sono defi- niti da tre Decreti (DPR n. 87, 88 e 89 del 15 marzo 2010), riguardanti - rispet- tivamente - gli Istituti professionali, gli Istituti Tecnici ed i Licei. Per quanto ri- guarda l’insegnamento di C&C si ritrova un riferimento esplicito in tutti e tre i regolamenti, ben precisando che «attivi- tà» e «insegnamenti» relativi a C&C «coinvolgono tutti gli ambiti disciplina- ri» . • La legge 107/2015, c. 7, indica tra gli obiettivi formativi prioritari, anche i se- guenti: - lo «sviluppo dell e competenze in ma- teria di cittadinanza attiva e democra- tica attraverso la valorizzazione del- l’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzio- ne di responsabilità nonché della solida- rietà e della cura dei beni comuni e del- la consapevolezza dei diritti e dei dove- ri»; - lo «sviluppo di comportamenti respon- sabili ispirati alla conoscenza e al ri- spetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali». Se pure importanti, basteranno queste in- dicazioni normative per interrompere la serie di fallimenti registrati nella lunga storia di inserimento di quest’area tema- tica nei curricola delle nostre scuole? • L’ipotesi di CCNL, siglato il 9 febbraio 2018 per il periodo 2016-2018, recita: Art. 24 41 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 7-8 Luglio-Agosto 2018
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