Luglio-Agosto 2018
35 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 7-8 Luglio-Agosto 2018 un bambino all’artificiosità di stati e moti propri della società evoluta e complessa. Tale regolazione, che avviene prevalente- mente per imitazione dei comportamenti adulti, era un tempo uno dei risultati de- rivati dalla famiglia patriarcale, il cui l’al- to numero delle presenze garantiva l’effi- cacia imitativa dei piccoli. Il cambiamen- to dell’organizzazione familiare, il venir meno delle occasioni imitative qualifica- te, i tentativi di surroga con situazioni «inventate» ( baby sitter , televisione, lu- doteche…) ha messo in evidenza situazioni di difficile integrazione dei gruppi infanti- li. L’ingresso degli stessi nei regimi rego- lati (scuola, gruppi sportivi, classi di cate- chesi ecc.) ha messo allo scoperto diffi- coltà che assumono via via denotazioni e connotazioni diverse: iperattività, diffi- coltà di concentrazione, ritmica accelera- ta con interruzioni frequenti, affatica- mento ricorrente, sonno agitato, disfasie, ecc. L’aspetto che rende maggiormente significativa tale funzione è rappresentato senz’altro dalla sua natura propedeutica rispetto alle future funzioni, che hanno rappresentato, in passato, i fuochi del- l’attenzione e dell’attività della scuola. • Istruzione: insieme delle azioni e dei pro- cessi con i quali viene operata la trasmis- sione, la mediazione e la trasformazione in abilità delle esperienze e delle cono- scenze ritenute necessarie per l’adeguata emancipazione del bambino e del ragazzo dalla costrizione dei vincoli e dei bisogni primari. Il viaggio verso l’autonomia per- sonale non è soddisfatto solo dai saperi ma dalla trasformazione di questi nei sa- per fare che liberano l’uomo dalle dipen- denze e dagli asservimenti tradizionali al- la fatica e allo sfruttamento degli altri. La società, che ha fatto del progresso anche tecnologico uno dei termini di confronto con le epoche precedenti, esige percorsi non brevi e non semplici di istruzione per l’appropriazione di quanto necessario all’autonomia personale e all’autoaffer- mazione. Per la prima volta nella storia il complesso dei saperi viene intimamente legato al valore della persona e, quindi, alla sua dignità sociale. • Educazione: non più intesa come sistema delle convenzioni sociali ma come ricerca del senso-valore sia dell’esperienza che della conoscenza, capace di promuovere la persona attraverso la funzione critica, a livelli alti di consapevolezza e, quindi, di libertà e responsabilità, appare funzio- ne indispensabile in una società comples- sa, in cui la dirompenza dei potenziali prodotti da scienza e tecnica è tale da minacciare la stessa sopravvivenza del ge- nere umano. Il senso delle cose è la ragio- ne stessa della realtà e motore dell’azio- ne degli umani; al venir meno di tale sen- so, va a rischio la permanenza stessa degli esseri viventi, considerati nella globalità delle loro interazioni. Mai come oggi l’educazione è apparsa come l’impianto d’illuminazione della città umana, senza il quale ogni comportamento appare in- comprensibile e pericoloso. L’integrazione delle funzioni indicate rappresenta il senso del servizio educativo e l’insufficienza anche di una sola mette a ri- schio l’intero sistema. Non è casuale che, per la prima volta nella storia della scuola italiana, il governante nella proposta e il le- gislatore nella normativa abbiano introdotto il concetto pregnante di «valutazione di comportamento» in cui, accanto al sistema di verifica del prodotto, viene posto quello della valutazione di processo formativo, che rende centrale e significativa la promozio- ne della persona per ogni impresa che si oc- cupa di istruzione e formazione. Problemi educativi nella società complessa Vista da diverse prospettive, l’attuale condizione infantile, adolescenziale e gio- vanile evidenzia caratterizzazioni che vanno a sovrapporsi e che appaiono, per questo, marcate e credibili. Alcune meritano di es- sere considerate da vicino. • Primato della famiglia, dell’amore, del- l’amicizia ma quasi silenzio sui valori par- tecipativi (ideali, solidarietà, rispetto). • L’adolescente sente la scuola come punto di riferimento salvo, poi, a rimanerne de- luso. • La famiglia è divenuta «troppo pacifica- ta»; i suoi rappresentanti adulti, per la
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