Luglio-Agosto 2018

13 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 7-8 Luglio-Agosto 2018 causate da intensi campi magnetici, che bloccano la convezione del plasma solare e il loro numero, dell’ordine di qualche centi- naio, è indice della maggiore o minore atti- vità del Sole. Pare che questo fenomeno ri- vesta una notevole importanza, visto che esso può influenzare, attraverso i raggi co- smici emessi da Sole, il clima sulla Terra. Le macchie solari furono osservate per la pri- ma volta da Galileo Galilei, nientemeno, forse da Padova o da Venezia, nel 1610. Lo scienziato pisano ne ricavò anche i primi di- segni (5). In seguito Angelo Secchi fu il primo a fo- tografare la corona del Sole, del quale inve- stigò in modo approfondito le protuberan- ze, ricavandone una serie di disegni così ac- curati che in seguito divennero utili stru- menti di approfondimento sulla natura del fenomeno. Qualche tempo dopo riuscì a stabilire interessanti collegamenti tra le macchie solari e le protuberanze, provando l’origine comune di queste diverse manife- stazioni dell’attività solare. In tal modo in- dicò il cammino da percorrere alle future generazioni di astronomi: da allora l’osser- vazione delle protuberanze divenne regola- re come quella delle macchie. Padre Secchi espose i risultati delle sue osservazioni sul Sole nel libro «Le Soleil», che venne stam- pato a Parigi, nel 1870 (traduzione italiana «Il Sole», Firenze, 1884). Ancora attraverso lo spettroscopio, Ange- lo Secchi scoprì bande scure di assorbimen- to nello spettro del pianeta Saturno (nel 1863) e in quello di Urano (nel 1869) ; in seguito continuò ad applicare all’astrono- mia le ultime scoperte dell’analisi spettra- le, grazie alla quale, associando uno spet- troscopio ad un cannocchiale, poté rivelare le componenti chimiche delle stelle (6). In tal modo riuscì a introdurre un’impor- tante classificazione delle stelle, che si ba- sava sulla loro analisi spettrale. Questa viene considerata la parte più significativa dell’opera astronomica di padre Secchi, tanto da farlo considerare il padre del- l’astrofisica moderna. Fra il 1863 e il 1867, lo scienziato reggiano esaminò più di 4.000 stelle, cercando di individuarne le rassomi- glianze; in tal modo ne catalogò oltre 500, suddividendole in quattro classi principali, a seconda del loro colore e del tipo di righe spettrali. Malgrado la diversità dei loro spettri, indicanti per ogni stella costituenti chimici diversi, padre Secchi ebbe l’intui- zione di individuarne alcune caratteristiche comuni e di enunciare la prima classifica- Fig. 5. Protuberanza al bordo solare Fig. 4 . Le macchie solari viste da un moderno telescopio (5) G IORGIO D RAGONI , S ILVIO B ERGIA E G IOVANNI G OTTARDI , Dizionario Biografico degli Scienziati e dei Tecnici , Zanichelli, Bologna, 2000. (6) E DOARDO T INCANI , Reggiani stellari: padre Angelo Secchi , La Libertà: Settimanale cattolico reggiano, Reggio Emilia, 31/01/2018.

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