Luglio-Agosto 2018

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 7-8 Luglio-Agosto 2018 12 va prevalendo dietro lo studio dei fenome- ni» (3). Principalmente a tali attività, oltre che alla meteorologìa, sia teorica che sperimen- tale, padre Secchi si dedicò sino alla sua scomparsa, che avvenne a Roma, il 26 feb- braio 1878. L’attività scientifica Cerchiamo ora di fornire qualche ele- mento di approfondimento in più. Secchi era soprattutto un fisico, che si dedicò al- l’astronomia per volere dei suoi superiori. In tale veste, avvalendosi del nuovo tele- scopio, compì diverse osservazioni, che lo resero eminente in questo campo: os- servò, ad esempio, stelle doppie, nebu- lose, pianeti e co- mete. Di queste ul- time ne scoperse tre negli anni 1852- 1853. Identificò un nuovo cratere sulla Luna, poi denomina- to «cratere Secchi», e fu il primo a os- servare canali su Marte (nel 1859). Fu anche tra i pri- mi a servirsi dello spettroscopio, giungendo a nuovi, sorprendenti risultati. Com’è noto lo spettroscopio è uno strumento che per- mette di osservare direttamente, sia attra- verso il cannocchiale sia raccogliendoli su uno schermo, gli spettri delle radiazioni lu- minose, scomponendole nei loro colori fon- damentali (giallo, rosso, verde, …). Ad ogni colore corrisponde una determinata sostan- za chimica. È diventato pertanto uno stru- mento di vastissima applicazione, attraver- so il quale è stato possibile risalire alla composizione chimica dell’atmosfera, non- ché a quella delle stelle e del Sole. Si è po- tuto appurare così che la nostra stella è composta, in massima parte, di idrogeno ed elio. Lo spettroscopio è stato ideato e co- struito, per la prima volta, dagli scienziati tedeschi Robert W. Bunsen e Gustav R. Kir- chhoff, verso la metà dell’Ottocento (nel 1855 circa). È nata così l’astrofisica moder- na. Uno dei pionieri in questo campo fu pro- prio Angelo Secchi (4). Padre Angelo Secchi manifestò sempre una particolare predilezione per lo studio del Sole ( nonostante le difficoltà di osser- vazione) tanto che i suoi fenomeni lo attira- rono sino all’ultimo periodo della propria vi- ta; a tale scopo lo spettroscopio rappresen- tava la soluzione ideale. Questo strumento ha infatti permesso allo scienziato di analiz- zare la radiazione solare anche in as- senza di un’eclisse e cominciare a trarre conclusioni circa la sua composizione. Identificò così la presenza di idroge- no, una scoperta pionieristica e di in- dubbio rilievo: oggi sappiamo che la materia del Sole è costituita per il 71% di idrogeno, per il 26% di elio, mentre il restante 3% è dovuto ad altri elementi della scala periodica, più pesanti. Secchi inoltre, tramite il cannocchiale, osservò il numero e l’aspetto delle macchie solari, disegnando le più interessanti; riuscì anche a misurarne la profondità e a stabili- re la loro composizione chimica (dovuta a eruzioni metalliche). Quindi ipotizzò che fossero zone fredde della fotosfera, che è la superficie del Sole direttamente visibile in luce normale. Una previsione ben riusci- ta: in effetti oggi è noto che queste mac- chie sembrano scure perché hanno una tem- peratura inferiore alla superficie solare cir- costante (di circa 1500 gradi Kelvin). Sono Fig. 3. Lo spettroscopio di Kirchhoff-Bunsen (3) P. Angelo Secchi, L’unità delle forze fisiche- saggio di filosofia naturale- quarta edizione (terza italiana), Fratelli Treves Editori, Milano, 1885. (4) P. A NGELO S ECCHI , L’unità delle forze fisiche- saggio di filosofia naturale , prima edizione, tipografia Forense,

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