Luglio-Agosto-2013
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - Numero 7-8 - Luglio-Agosto 2013 ed un certo punto si intravede sul bordo del- la strada una carogna di un cane e tutti quanti si scansano perché percepiscono un lezzo nauseabondo e il Cristo si avvicina, os- serva attentamente l’animale e dice che aveva dei bei denti. Dunque in una carogna in putrefazione Lui aveva visto un elemento positivo, se anche noi ci esercitassimo a per- cepire il lato positivo ne avremmo un van- taggio interiore, viceversa se ci esercitiamo sempre a vedere l’inganno o il male, questo ci contagia e interiormente non ci rafforza. Allora voglio dire agli insegnanti che è fonda- mentale fare propria questa tecnica della positività anziché la tecnica della negatività che cerca dappertutto il marcio e l’errore. Nei fatti non abbiamo voluto in nessun modo ridurre gli insegnanti di sostegno, ma abbia- mo voluto dare maggior garanzia e tutela a coloro che non lo avevano. Coltelli : Certamente le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sul- l’identità di genere non rientrano nello spe- cifico fra le categorie previste per gli alunni con BES. Viene però spontanea una doman- da: nel caso in cui i giovani LGBT (Lesbiche- gay-bisessuali-transgender), fatti oggetto di atti di bullismo, presentino disagio sociale, rischiando l’insuccesso o la dispersione sco- lastica, si può parlare di categoria ricondu- cibile ai BES? E allora, come intervenire per tutelare la loro identità? Ciambrone : Se la situazione è tanto gra- ve che comporta difficoltà nell’apprendi- mento e se il Consiglio di classe ritiene di dover per un periodo di tempo adottare un piano personalizzato agli studi, questo cer- tamente si può fare. Quello che non vorre- mo fare è clinicizzare o patologizzare gli in- terventi perché questo è detto esplicita- mente nella Direttiva si era creato un lega- me troppo stretto tra la diagnosi e l’inter- vento pedagogico. Qualcuno potrebbe chie- dersi come si fa ad individuare un bisogno educativo speciale, ritorno a quell’immagi- ne dell’insegnante che incontra lo sguardo del proprio alunno, chi altri? È proprio l’in- segnante, che ha responsabilità nell’inter- vento educativo, insieme ai suoi colleghi, a individuare che c’è bisogno di un intervento educativo speciale. Coltelli : Il nuovo anno scolastico che sta per iniziare dovrà essere utilizzato per spe- rimentare e monitorare (nota Miur del 27/06/2013) procedure, metodologie e pra- tiche anche organizzative. Che tipo di colla- borazione si aspetta dalle singole realtà scolastiche e, dato che siamo in ambito UCIIM, dalle associazioni professionali dei docenti? Quale ruolo esse possono svolgere? Ciambrone : Tengo molto al fatto che sia- no promosse pratiche inclusive e riflessioni pedagogiche e didattiche nell’ambito della scuola, la complessità delle classi italiane trova un denominatore comune in una di- dattica inclusiva. Quindi sono lieto che sia stata emanata la Circolare 22 (si riferisce alle misure dell’accompagnamento alle In- dicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione) che è supportata da un finanzia- mento di un milione e seicento mila euro e le scuole usufruiranno un pacchetto di quat- tro mila euro. I percorsi vengono costruiti dalle scuole anche in rete. Nell’ambito di queste dinamiche spero che le associazioni professionali dei docenti possano portare un contributo, che è sicuramente importante, se esse ci aiutano soprattutto a portare a sintesi determinate istanze, perché non possiamo colloquiare singolarmente con tut- te le istituzioni scolastiche. Stiamo anche pensando di fare dei tavoli tematici di lavo- ro con le associazioni professionali in modo di avere indicazioni e suggerimenti e condi- videre insieme dei percorsi. Le associazioni professionali e l’UCIIM in particolare, per la sua identità e per le sue finalità specifiche, potranno dare un contributo significativo. Coltelli: Ringraziamo il dott. Ciambrone, con il quale condividiamo l’idea che l’inclu- sione non è solo una questione di socializza- zione, ma implica apprendimento e parteci- pazione. Occorre guardare alla fragilità e alla precarietà di tanti nostri alunni per at- tivare nuove dinamiche educative e per da- re un senso alle nostre quotidiane fatiche, finalizzate anche alla progettualità per chi ha Bisogni Educativi Speciali che si concre- tizza nel ruolo e nell’impegno del dirigente scolastico, del consiglio di classe, del colle- gio dei docenti, in stretta collaborazione con la famiglia, all’interno di un condiviso patto educativo di corresponsabilità.
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