La Scuola e l'Uomo - n. 6 - Giugno 2020

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 6 - Giugno 2020 35 che vengono proposte è quello del prendersi cura. Sempre e comunque, I CARE . Una miope attenzione rivolta esclusiva- mente agli «strumenti di istruzione» rischia di ridursi alla sterile erogazione di pacchetti formativi, con la triste conseguenza di ritro- varsi, alla fine del tunnel, con i registri in ordine , le piattaforme pien e, ma le anime vuote . Monadi, esseri disumanizzati, fortemente provati da un isolamento dal quale sarà dav- vero difficile uscire. Occorre allora ricominciare a pensare alla nostra scuola, a programmare un rientro che non sarà semplice, a immaginare soluzioni concrete di articolazione ed integrazione tra didattica in presenza e a distanza ad alto livello di fattibilità, con massima atten- zione ai processi e ai modelli da adottare, ma soprattutto con lo sguardo rivolto agli alunni, alle famiglie, al personale e alle spe- cificità dell’azione formativa. Il cuore delle azioni di ripartenza sono le persone , i loro bisogni, le difficoltà di rimodulare i contesti secondo il distanziamento sociale imposto dalle misure di prevenzione del contagio. Occorre ripartire in un’ottica di continu- ità col passato e col presente, attraverso un indispensabile raccordo delle esperienze for- mative frammentate degli allievi in un qua- dro coerente e sensato, per non rischiare di snaturare il senso dell’auspicabile rientro a scuola. È il momento allora di valorizzare le risor- se, recuperare le energie migliori, agire con la più profonda sensibilità, per alimentare la speranza, favorire la riflessione condivisa, perché i limiti imposti da questa esperienza devastante si trasformino in occasione privi- legiata per apprezzare il valore della libertà, della salute, dell’amicizia, dei più semplici gesti quotidiani di umanità e potere presto affrontare la ritrovata normalità con l’en- tusiasmo della straordinarietà che la vita di relazione ci offre. Siamo in stato di emergenza, ma ciò non ci autorizza a retrocedere, perché « la Storia non può andare a ritroso, come non va a ritroso la Vita». (Gesualdo Nosengo - La Scuola e l’Uomo - Gennaio 1963) ottenere il risultato, considerando eventua- li ostacoli di ordine tecnico/tecnologico o familiare che possano avere influenzato il processo di apprendimento. La valutazione finale , espressa con voto in decimi, lungi dall’essere il risultato della sterile media aritmetica, dovrebbe piuttosto rappresen- tare la sintesi virtuosa, qualitativa e pon- derata degli esiti di apprendimento e degli elementi di processo rilevati in itinere. Non appare superfluo rilevare che la DAD, frutto di un’improvvisazione legata all’emer- genza, non ha consentito in diversi contesti la predisposizione accurata delle condizioni per garantire equità nell’esercizio del diritto allo studio, col rischio incombente di gene- rare l’esclusione, se non la dispersione, de- gli alunni con bisogni educativi speciali. La gestione della didattica attraverso le piat- taforme digitali lascia aperto il grande nodo dell’inclusività, schiacciando ulteriormente la scuola lungo linee gerarchiche di classe. Nuove condizioni emergenziali, dovute alla sospensione di numerose attività pro- duttive e commerciali, si sono sovrapposte a situazioni sociali pregiudizievoli pregres- se, già note alle scuole, acuendo il digital divide , che non è meramente tecnologico, quanto piuttosto sociale e culturale. Riguar- da oltre 1 milione 260 mila alunni in povertà educativa, che vivono il dramma della so- pravvivenza quotidiana, spettatori silenti in famiglia delle preoccupazioni e delle ansie derivanti dalla precarietà economica; per molti di questi bambini, il pranzo a scuola è stato l’unico pasto quotidiano. E così la «distanza virtuale» della didatti- ca ha messo in luce la «distanza reale» fra le molteplici opportunità o mancate opportu- nità di cui ciascuno alunno dispone. Fingere o illudersi che sia cambiato solo il sistema di «comunicazione», senza considerare la metamorfosi in atto nel sistema delle «rela- zioni», significa rinunciare alla missione che la scuola, soprattutto in questo momento, deve preservare: formare l’Uomo . Per mantenere la relazione educativa non è sufficiente una dose massiccia di tecno- logia; serve profonda umanità. La finalità principale della didattica a distanza è, oggi, quella di far sentire la presenza dell’inse- gnante e della scuola. Il senso delle attività

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