La Scuola e l'Uomo - n. 6 - Giugno 2020

Edi tor iale LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 6 - Giugno 2020 1 le metodologia da seguire nelle interazioni con gli alunni. Pur nella consapevolezza che nessuna tecnologia può scatenare gli aspet- ti emotivi ed affettivi che accompagnano la relazione educativa in presenza, si è dovuto dar vita ad un ambiente di apprendimento nuovo, da creare, alimentare e rimodulare di volta in volta. Ed oggi che possiamo cominciare a valu- tare serenamente l’esperienza fatta, risco- priamo che alla resa dei conti, non mancano anche gli aspetti positivi che proverei a sin- tetizzare nei seguenti punti: — ha migliorato la competenza tecnologica di docenti, genitori e studenti; — ha rinsaldato la collaborazione scuola-fa- miglia, riscoprendo il ruolo strategico dei genitori come partners educativi; — ha consentito il processo di individualiz- zazione dell’insegnamento, che ha pro- dotto risultati sorprendenti proprio con gli alunni più timidi, introversi, di soli- to gregari all’interno del gruppo classe. Purtroppo non tutti gli studenti sono stati raggiunti e qualcuno è rimasto fuori, pre- valentemente a causa della condizione socio-economica-culturale della famiglia di appartenenza o della particolare situa- zione di salute dello studente. Se nella didattica in presenza è la fami- glia che entra nella scuola con il carico di vissuti che il bambino/ragazzo si porta nel cuore e negli occhi, con la didattica a di- stanza la situazione si capovolge perché è la scuola ad entrare nelle case, a percepirne il clima di cura o di abbandono, a consentire ai genitori di osservare lo svolgimento delle lezioni e delle relazioni che si instaurano tra il docente e i singoli e con il gruppo classe. Finalmente un altro tabù è caduto, quello della classe impenetrabile, schermata da S ta volgendo al termine un anno sco- lastico davvero eccezionale, nel sen- so etimologico del termine, una ec- cezione nella storia della scuola italiana. Nessuno avrebbe potuto immaginare che un virus, invisibile e sconosciuto, avrebbe messo KO la nostra Scuola! Lo sconcerto, però, è durato solo pochi giorni, cedendo subito il passo alla creati- vità, dote naturale delle scuole che, pur di continuare a garantire il diritto all’apprendi- mento della vasta platea degli studenti, han- no dovuto ripiegare su di una metodologia didattica nuova, figlia del Piano Nazionale Scuola digitale (PNSD), ma già praticata solo in poche isole felici, perché ritenuta priva delle componenti essenziali della relazione e della personalizzazione che fanno della di- dattica in presenza la metodologia vincente. Nonostante la buona volontà dei dirigenti e del corpo docente che in ogni modo hanno cercato di dare seguito alle istruzioni che il Ministero ha fatto prontamente pervenire al- le scuole per agevolarne l’azione, non sem- pre è stato possibile attivare la Didattica a distanza (d’ora in poi DaD) in tutte le classi, per cause molteplici: attrezzature tecnologi- che non sufficienti, sia nella scuola che nelle abitazioni degli studenti, o non supportate da reti di connessione potenti in grado di so- stenere l’improvviso potenziamento del ca- rico di lavoro; insufficiente preparazione dei docenti non adeguatamente formati all’uti- lizzo delle tecnologie didattiche e non dotati della flessibilità necessaria per convertire in modalità a distanza, le unità didattiche pro- grammate in presenza. Gli obiettivi formativi delle programma- zioni annuali sono stati comunque tutti ri- disegnati e rimodulati, le attività riproget- tate, ridefiniti gli strumenti da utilizzare e LO STATO DELL’ARTE Lucrezia Stellacci, Consigliere del Ministro - Presidente regionale UCIIM Puglia

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