La Scuola e l'Uomo - n. 6 - Giugno 2020

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 6 - Giugno 2020 8 ne la questione della cittadinanza all’interno di una dimensione dinamica, rilevando che prima ancora di rappresentare la «formula riassuntiva di diritti già esistenti nel sistema, la cittadinanza si presenta così come criterio di selezione tra i diritti, quelli rilevanti, per definire insieme posizioni individuali e quali- tà democratica, e di conseguenza come cri- terio che consente di misurare gli eventuali deficit di democrazia» (D. Zolo, (a cura di), La cittadinanza. Appartenenza, identità, di- ritti , Laterza, Roma-Bari, 1994). La cittadinanza nell’età moderna. Bodin e Hobbes Profili giuridici moderni del concetto di cittadinanza possono essere già rintrac- ciati nell’idea di città del tardo medioevo. Sebbene l’idea di nazione sia una concezio- ne giuridica ancora molto distante, come ri- levato da Chabod. Anche se «a prescindere da simili incertezze di terminologia, che so- no pur sempre un prezioso indice di oscil- lazioni nel concetto stesso che s’intende esprimere, è certo che la nazione del basso Medioevo non è ancora quella che esalterà il Romanticismo» (F. Chabod, L’idea di nazione , Laterza, Roma-Bari, 2010, p. 21). Nella cit- tà medievale essere cittadino significa pos- sedere una serie rilevante di diritti comuni, ma questi sono suffragati da altrettanti oneri verso l’autorità direttamente superiore dai quali dipendono: tali aspetti giuridici, natu- ralmente, ancora non possiedono un caratte- re tipicamente universale ma sono espressio- ne dell’appartenenza alla comunità politica di riferimento. Il civis medievale, dunque, possedeva un riflesso giuridico composito ma non aveva una dimensione concettuale ed astratta della cittadinanza. Si acquisiva lo status di cittadino non tanto in relazione al luogo di nascita, ma piuttosto alla posi- zione sociale dell’individuo nella città. Nella concezione medievale, la cittadinanza non aveva ancora quella dimensione universale propria dell’età rivoluzionaria. Nella modernità, invero, «la città man- tiene un suo ruolo politico rilevante (oltre che sociale e economico), ma diviene al con- tempo parte di una rete che si stringe con sempre maggiore determinazione al centro: derna – seguendo un discorso che ci ripor- ta alle questioni fondamentali della teoria dello Stato – possono essere individuate due momenti della cittadinanza in relazione alla funzione giuridica svolta all’interno di uno specifico ordinamento politico. Il primo mo- mento si manifesta nel rapporto tra essa e l’appartenenza allo Stato (inteso come co- munità politica autonoma), di modo che si determini il carattere verticale dello status del cittadino in relazione alla comunità – un aspetto che trova fondamento nel diritto romano: è lo status che assume il soggetto dentro la cosa pubblica che determina le relazioni giuridiche. Dall’altra parte, la cit- tadinanza acquista una funzione orizzontale quando definisce storicamente un percorso di riconoscimento individuale alla comunità politica e culturale di riferimento attraverso il raggiungimento dei diritti, dell’eguaglian- za e della partecipazione politica (vedi, E. Grosso, Le vie della cittadinanza , Padova, Cedam, 1997). Da questa breve disamina si è cercato di estrapolare il carattere originario e giuridico del termine alla luce delle molteplici decli- nazioni a cui è soggetto. L’evoluzione stori- ca del concetto, inoltre, ha evidenziato una funzione mutevole del termine, sia in base allo spazio che in rapporto al contenuto: se da una parte la prerogativa deriva dallo sta- tus individuale, dall’altra emerge il percorso emancipativo che conduce all’affermazione dei diritti fondamentali dell’individuo. Da un punto di vista di analisi di teoria del dirit- to, dunque, la cittadinanza può essere inte- sa come la funzione eminente con la quale l’individuo è posto in relazione allo Stato (inteso come comunità di appartenenza sto- rica) e, più in generale, quale criterio sto- rico-giuridico di definizione del soggetto al quale appartiene la sovranità (in uno stato democratico). Da questa prima considera- zione discende il carattere fondativo della cittadinanza, non solo quindi appartenenza ma ben più concretamente definizione dello stesso principio di sovranità di una comunità politica. Un epigramma della portata storica e giu- ridica della cittadinanza è stato delineato da Rodotà nella prefazione al volume curato da Zolo sul tema della cittadinanza, il quale po-

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