maggio-giugno 2018

7 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2018 SALUTO DEL DOTT. ERNESTO DIACO Ernesto Diaco, direttore dell’UNESU Scuola Università della Cei A nche io incomincio con un ringrazia- mento per l’invito di questo importan- te momento che mi consente di cono- scervi e vedere più da vicino la figura di Ge- sualdo Nosengo. Mi sembra una scelta feconda quella di farne memoria. Una scelta che aiuta a ri- scoprire gli aspetti essenziali delle vostre identità e del nostro servizio per viverla al meglio nella scuola di oggi. Conosco Nosengo solo per quello che ho sentito e letto, devo dire che mi ha molto colpito sia la forza sia la chiarezza del suo pensiero pedagogico. Poi altri ne metteran- no in luce l’attualità. Mi ha fatto effetto anche l’insistenza sul- la necessità di una spiritualità professionale che non credo possa essere intesa semplice- mente come aggiungere un po’ di preghiere e devozione al nostro impegno di insegna- mento. La spiritualità intesa come uno stile e uno sguardo sulle persone, alunni, scuola e intera società in cui il nostro servizio si effettua. Voglio fare solo un riferimento sull’attua- lità delle parole che lui dedica al tema del- la vocazione educativa. Scriveva: « Per gio- vare alla scuola e, soprattutto, per rinno- varla nella sua interiorità e sua forza edu- cativa, occorre ritornare a parlare di voca- zione educativa. A far riflettere sul suo ve- ro valore, a farne prendere coscienza da parte di coloro che ne sono stati particolar- mente dotati, a far riconoscere le sue com- ponenti personali e sociali, naturali e so- prannaturali, didattiche e culturali ». Ecco la spiritualità professionale che in- veste un po’ tutte queste dimensioni. Diceva anche che educare, formare e promuovere a crescere le giovani personali- tà è un’impresa che non si compie se non col sacrificio inteso come impiegare e dedi- care la vita a questa missione. Leggendo queste parole di Nosengo, a me come a Padre Giuseppe Oddone, è subi- to venuta in mente l’esortazione « Gaudete et exsultate » di Papa Francesco e credo che se Nosengo vivesse oggi farebbe di tutto per diffonderla e ap- profondirla nel- l’UCIIM e nelle no- stre scuole. Con queste pa- role formulo il mio augurio di buon la- voro a voi tutti e, soprattutto, vi e mi auguro che ricorda- re Nosengo sia un modo per assume- re, con sempre maggiore consape- volezza d’amore, i nostri doveri verso e per la scuola, nella Chiesa e nella società.

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