maggio-giugno 2018

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2018 2 C ommentare una preghiera è sempre cosa ardua, un testo nasce dal cuore dell’autore, in circostanze precise, si sviluppa nel tempo in coloro che ne fanno uso. «La Scrittura cresce con chi la legge» af- ferma S. Gregorio Magno nei confronti del testo biblico, ma vale per ogni opera umana come sottolinea giustamente l’ermeneutica di Gadamer nella storia degli «effetti» di un testo. Una preghiera è sempre frutto di un’esperienza storica oltre che delle con- vinzioni dell’autore, essa scaturisce dalla sua esperienza di credente. Per ogni testo «orante» vale la norma ermeneutica della liturgia pensata da Prospero di Aquitania «Lex orandi lex credendi», cioè da come preghi capisco cosa credi. La Preghiera di Nosengo nasce a fine anni ’40 del secolo scorso, tempi di difficile rico- struzione di un’Italia appena uscita dalla se- conda guerra mondiale e dilaniata dalle ideologie, ma sono anche tempi di semina di speranza per una ricostruzione e di un re- spiro sempre più universale all’interno della stessa Chiesa. Sono i tempi delle grandi premesse messe in atto dai vari movimenti culturali e spiritua- li come quello liturgico, biblico, patristico, il tempo della filosofia personalistica di Mou- nier e Maritain, i tempi delle riforme eccle- siali volute da Pio XI, che culmineranno negli anni ’50/’55 con la riforma della settimana santa e il ripristino della Veglia Pasquale, preludio della grande intuizione di Giovanni XXIII: il Concilio Ecumenico Vaticano II. SIGNORE nostro, GESÙ Cristo ,... La preghiera si apre con una confessione di fede, indispensabile al rapporto salvifico con il Signore: «Perché se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvo» (Rm. 10,9). Per un cri- stiano tutto avviene «nel Nome», il nome nella visione biblica indica la persona, è quanto Paolo esprime con la sua formula «in Cristo», il vivere con Lui, in Lui e per Lui esprime l’esistenza credente: «tutti voi sie- te uno in Cristo Gesù». (Gl. 3,28) ...Maestro divino di verità e di giusti- zia, di amore e di pace,... Il Signore creduto e confessato è defini- to: MAESTRO. Non siamo davanti a una fede ideologica ma alla relazione maestro-discepolo, una relazione esistenziale e spirituale. Gesù non vuole adesioni rigide, oggi diremo fonda- mentalistiche, ma cerca un percorso empa- tico dove il discepolo avverte la bellezza e il fascino dello stare con il maestro. È la scelta di Maria, che siede ai piedi di Gesù e non si lascia distrarre dagli affanni e preoccupazioni. (Lc. 10,38-42). È la grande tradizione patristica del Mae- stro interiore: «Seguire il Salvatore, infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa essere circonfusi di chiaro- re». (S. Ireneo di Lione). Il Maestro divino insegna: Verità, Giusti- zia, Amore e Pace. Sono le grandi parole che risuoneranno nella Costituzione Conci- liare Gaudium et spes e nelle Encicliche dei pontefici sino a papa Francesco. Parole che sono un itinerario di cono- scenza e esperienza, capaci di «formare» il discepolo e renderlo attivo nella Chiesa e nel mondo. VERITÀ. Intesa non nel senso strumentale ideologico, oggi diremmo fondamentalisti- S p i r i t u a l i t à GESUALDO NOSENGO: PREGHIERA DELL’EDUCATORE A GESÙ MAESTRO don Pietro Pratolongo, Consulente ecclesiastico sezione UCIIM di Pontremoli (MS)

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