maggio-giugno 2018
proprio vivere, che Lui richiede all’inse- gnante, la richiede in ogni caso a se stesso. Era giovane quando scriveva questo: «Oggi ho guardato alla mia anima di qualche anno fa, ho visto come in un fondo limpido di una fonte un germoglio di vocazione, che Dio cresceva a mia insaputa, anche allora c’era l’amore di Dio, una poesia della vita, un canto continuo di gioia, che mi suggeriva la natura » e quando non aveva questi mo- menti ed era immerso nel lavoro pressante richiesto dagli impegni, sentiva la nostalgia di Dio e dell’infinito. Questo tema del rin- novamento, del tornare su se stesso è ricor- rente nei Diari spirituali. Leggendo Nosengo, ha destato la mia at- tenzione una particolare aspirazione: in tut- ta la vita da docente, studiando il Vangelo, negli episodi e nelle parabole, nella vita e nell’azione di Gesù cercava di trovare un modello di comportamento per il maestro – educatore e ambiva scrivere un libro, che fi- nalmente venne fuori col titolo «L’arte edu- cativa di Gesù Maestro, il suo capolavoro. In alcune lettere di amici (Amalia Becca- ria, Mimì Di Maggio, Mario Paggella ecc.), Gesualdo, che sembra ai più molto severo e rigido, è presentato come una persona scherzosa, gioviale, sorridente; pronto ad accettare un bicchiere di vino o un goccetto di grappa, dice qualcuno, e poi partecipare ai canti corali fino a notte alta che si face- vano negli incontri a Camaldoli o altrove e che facevamo anche noi fino a tanti anni fa, mentre oggi questa tradizione è venuta un po’ meno. Infine, vorrei presentarvi il profilo trac- ciato da una persona che lo conobbe molto da vicino e che vanta con Nosengo un’ami- cizia di ventisei anni. Giuseppe Nebiolo lo presenta così: preparazione e spiritualità, lucidità nel vedere i problemi, modestia nel chiedere ed accettare la collaborazio- ne, premurosa delicatezza nei rapporti e bisogno di affetto . A proposito del bisogno di affetto poco fa Giacomo Timpanaro diceva: « Conoscersi e amarsi è possibile quando si vive e si la- vora insieme ». Gesualdo e Cesarina Chec- cacci vissero e lavorarono insieme venti- cinque anni. Abbiamo trovato lettere in cui si ravvisa chiaramente tra loro un sen- timento di corrispondenza anche affettuo- sa; a parte qualche cenno alla naturale imperfezione, tale intenso rapporto fu vis- suto in quella verità che lui richiamava sempre. Nosengo faceva parte della Com- pagnia di San Paolo dove si era formato, mentre Cesarina Checcacci era impegnata nella nascente Compagnia di Gesù Mae- stro: laici consacrati nell’educazione, per l’educazione e per la scuola. Questo senti- mento nato negli anni più giovanili è dura- to fino alla fine. Un sentimento costante di affettuosa amicizia, un sentimento umano vissuto nello spirito di Verità verso se stessi e quindi elevato, reso spirituale e sublimato. Furono venticinque anni di con- divisione e di aspirazioni, di collaborazio- ne professionale, impegno associativo, ininterrotto lavoro quotidiano, lotta per affrontare le difficoltà, sempre nella ri- nunzia ad ogni distrazione dall’unico fine condiviso, che era il bene permanente del- l’UCIIM e della scuola. È evidente la ten- sione a raggiungere nel contempo la perfe- zione della vita cristiana nell’interiorità personale di entrambi; su questo possiamo dire che Gesualdo è stato maestro per Ce- sarina. Infatti lei ha continuato con leva- tura morale e culturale, con grande pas- sione, con impegno e perseveranza ad aver cura dell’UCIIM, la loro creatura, per i successivi trenta anni. Tocca ora a noi mantenere viva e perma- nente l’eredità ricevuta da Nosengo. In questi giorni abbiamo ricevuto una mail proveniente da una nostra socia, la Presidente della Sezione di Venezia-Mestre, la quale scrive che il Patriarca di Venezia Marco Cé, durante un pellegrinaggio a Lour- des, l’ha chiamata e le ha detto di ‘tenere acceso il faro dell’UCIIM la cui luce è utile alla scuola’. La Presidente Bolzonella ag- giunge «le parole del Patriarca risuonano ancora nel mio cuore e, particolarmente in questo momento storico, in cui essere inse- gnanti diventa a volte eroico, siamo inten- zionati a promuovere un movimento di opi- nione a livello nazionale attraverso la no- stra UCIIM». Grazie a Gesualdo Nosengo, grazie al- l’UCIIM tutta, nazionale e periferica. 26 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2018
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