maggio-giugno 2018

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2018 22 Rosalba Candela Presidente Nazionale UCIIM I nizio il tema affidatomi con un viaggio che Gesualdo Nosengo ha fatto nel 1959 nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e precisamente in Russia. È bene ricordare lo scenario di quei tem- pi: eravamo nel pieno della guerra fredda, il mondo era diviso in modo manicheo in sfera comunista e sfera democratica. Riporto qualche sua notazione in merito: Sono Russi mi dico guardandoli, sono un popolo, non devono essere visti attraverso la politica dei loro capi, li guardo e penso: sapranno tutti quale politica fanno nel mondo i nuovi padroni? Saranno proprio an- ch’essi nemici di Dio? Delle donne manovali trascinano un pezzo di rotaia, mentre uo- mini comandano. Bella e moderna città, lunghe vie, larghe e pulite, moderne, grat- tacieli, grandi edifici di migliaia di persone con appartamenti in serie, con la gente am- massata, nella scuola. Le bambine si sve- stono e vestono in pubblico, sembrano tri- sti, inquadrate. Dappertutto il quadro di Lenin: ricorda qualcosa del fu Regime. Può darsi che un giorno questo popolo sia fatto apparire come l’apologia ufficiale del- l’ateismo austero e pacifico. È che da noi la religione è fatta apparire un ostacolo a tale benessere. Incontro il Ministro della Pubbli- ca Istruzione russo che mi dice: «Da voi Dio è più vicino perché avete il suo vice nel vo- stro paese ». Frase molto significativa per un politico comunista! Quello svolto da Nosengo era evidente- mente un viaggio di lavoro, di conoscenza e di consapevolezza, di fronte all’impegno di ricostruire l’Italia: una ricostruzione morale e politica. Infatti Gesualdo piuttosto che accontentarsi di notizie e informazioni, che arrivavano molto lentamente e per lo più filtrate, volle constatare di persona e da vi- cino la situazione sociale e gli ideali anche politici di un popolo che aveva partecipato alla guerra contro una dittatura e ora si tro- vava in condizioni politiche non certo di ampia libertà. Naturalmente Nosengo riteneva la rico- struzione politica, morale e civile dell’Italia base per ogni tipo di educazione e di istru- zione. Quindi «se vogliamo ricostruire, ci vuole la scuola perché senza di essa non si fa niente». A distanza di tanti anni anche noi siamo giunti a questa certezza e ne siamo tutti consapevoli. Mostrando con l’esempio quali comporta- menti avrebbe dovuto avere un cittadino, Nosengo non si accontentava soltanto di scri- vere, ma partecipava anche ai comitati civi- ci: in uno di questi per esempio incontrò Ce- sarina Checcacci e la famiglia di lei che si era rifugiata dentro le mura vaticane. Da lì iniziò un rapporto durato fino alla sua morte. Nosengo era fortemente convinto che bi- sognava lottare contro il politicismo e pro- muovere una vera politica. Già nel 1958 parlava di «partitocrazia» e «frammentarismo politico» quali degenera- zioni della «vera politica». Convinto come era che la scuola poteva e doveva fare molto, concentrò i primi Con- gressi e Convegni dell’UCIIM, da poco fon- data su temi funzionali alla società. Ricor- diamo il I Congresso Nazionale Uciim 1947 «Scuola e democrazia»; il II «La formazione dell’insegnante»; il III «La scuola e la comu- nità nazionale»; il IV «Contributi professio- nali alla politica scolastica»; il V «La nuova scuola in una repubblica democratica fon- data sul lavoro». Oggi, proprio per ricominciare seguendo gli insegnamenti di Gesualdo, abbiamo cele- brato Il XXV Congresso sulla Costituzione. Nosengo, come hanno detto il prof. Cor- radini e il prof. Timpanaro, crede e sostiene che come obiettivo e a fondamento di tutta NOSENGO E LA RICOSTRUZIONE MORALE E POLITICA DELL’ITALIA

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