maggio-giugno 2018
sono parecchie anche fra gli studenti. Un coordinamento con Roma, che consentisse un interscambio e una programmazione del- lo sviluppo, con l’utilizzazione razionale delle energie direttive che abbiamo a di- sposizione, potrebbe rendere abbastanza utile, anche per il Centro, la mia presenza qui e la mia se pur limitata disponibilità per qualche uscita come “visitatore”. Quel- lo che posso fare per aiutarti, nei limiti che mi sono imposto, lo farò con tutto il cuore. Anche se sono arrivato tardi, come dicevo all’inizio, ho trovato nella tua persona e nell’UCIIM il mio più vero punto di contatto fra il tempo e l’eterno, fra la comunità umana e quella divina. Sono certo che le decisioni che prenderai saranno capaci di salvare quel patrimonio storico e sopranna- turale che è l’UCIIM. In questi giorni di gra- zia, in cui il mio Attilio ha ricevuto il Bat- tesimo, ci pregherò su, perché il Signore ci illumini. Tuo Luciano Corradini ». Una telefonata notturna Dopo questa lettera sono anche andato a Roma, nella mitica Villa Bassi di Via Carini, a incontrarlo nel suo studio. Ricordo che ero emozionato, ma non i particolari di quel colloquio che tanto desideravo. Le cose de- vono essere andate bene, perché il 23.1.1967 Nosengo scrisse sull’agenda: « Al- le 22,30 telefonata da Reggio Emilia da Corradini, per dire che si farà l’assemblea per la riforma delle superiori. Il discorso si fa cordiale. Gli chiedo se vuole accettare una certa responsabilità. Si commuove, mi chiama papà e poi mi dice che mi vuole molto bene e mi chiede se non penso più al passato. Un po’ di amicizia e di bontà fanno tanto bene! ». Non sapevo, allora, che la da- ta di nascita di Gesualdo coincidesse esatta- mente con quella di mio padre: 20.7.1906. Nosengo visto da Gozzer e l’impegno per capirlo meglio e per continuare a dialogare con lui Vorrei ora dare la parola a Gozzer, che aveva nove anni meno di Nosengo. Rispon- dendo ad una lettera in cui lo invitavo a fornirmi qualche testimonianza circa il suo amico di lunga data, Gozzer si dichiarava convinto che « la sua complessa ricchissima personalità sia stata in certo modo eccessi- vamente rinchiusa nei parametri dell’asso- ciazione, con una, se mi è lecita la parola, imbalsamazione di figura, che ha impedito una seria ricerca del suo apporto non solo ai problemi civili e scolastico-educativi, ma alla assai più vasta rete d’interessi e d’im- pegni. Mi spiace soprattutto che proprio da quel mondo universitario in cui tu sei stato integrato non gli sia stata riconosciuta quella seria messe di apporti che egli die- de, sia pure in termini accademicamente non ortodossi. E che con la sigla dell’inte- grismo confessionale cattolico egli sia stato estromesso da ogni sostanziale analisi del suo contributo nei vari campi in cui s’impe- gnò. Ed anche nel quadro socio-politico penso che poco è stato fatto, nel vederlo come anticipatore della didattica moderna, della professionalità docente, il suo chiodo pedagogico, della “partecipazione studen- tesca”. Senza il suo impegno in quel conve- gno del 1957 a Catania che “mobilitò” l’on. Magrì, allora capo della segreteria DC, Aldo Moro forse non avrebbe, pochi mesi dopo, emesso il decreto sull’educazione civica e relativi programmi . Che senza di lui la scuola media attuale non sarebbe nata, è probabile». Ricordo volentieri anche la con- clusione di questa lettera, che è la testimo- nianza di un vecchio amico, come la mia è stata quella di un giovane di allora: « Porto con me il ricordo di quelle conversazioni al suo capezzale, nei giorni della dipartita, e che ricordo alla messa domenicale, sfoglian- do la cartellina delle memorie. Al memento etiam famulorum tuorum c’è il suo sorri- dente ritratto in una piccola foto…Nel mio autunno ormai quasi terminale mi accompa- gneranno come ricordo di un amico-maestro cui devo molto di quel che ho appreso ». Dopo le memorie dei contemporanei e il saggio di Giuseppe Cavallotto, ripresa degli studi col supporto del Fondo Nosengo dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia Si trova, in queste considerazioni, la sol- lecitazione ad alcune aperture sul piano 15 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2018
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