maggio-giugno 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2018 12 gnato da Giovanni Prodi, che sarebbe poi di- ventato marito della nostra Silvia. Dalle sintesi dei loro interventi si capisce che non ci invitavano a convertire i nostri compagni per portarli in Chiesa, ma a met- tere a disposizione l’impegno personale e di gruppo per l’approfondimento della verità « affinché la scuola torni ad essere madre di autentica civiltà, di umanità e di vero pro- gresso », come scrisse Alvise Cherubini, de- legato centrale del movimento e autore dell’editoriale di quella rivista. Con un salto di una quarantina d’anni, ri- cordo che, nel febbraio del 1993, insieme alla Ministra Rosa Russo Jervolino, accompa- gnai al Quirinale, dov’era diventato presi- dente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, i 400 studenti italiani del Progetto Giovani del Ministero della Pubblica Istruzione. Li avevamo ospitati, per tre giorni, guarda ca- so, alla Domus Pacis. Ne parlai con Scalfaro, dicendogli che almeno uno dei suoi 400 ascoltatori del ’54 aveva messo a frutto il suo messaggio di allora. La Jervolino studentessa di Nosengo al liceo Cavour Aggiungo al mio ricordo del Nosengo gio- vane professore, anche quello della Ministra Jervolino, che negli anni ’50 era studentessa della terza D del liceo Cavour di Roma. Cito dal documento “Testimonianze” pubblicato dall’UCIIM nel 2006, anno centenario della nascita di Nosengo, e curato dal grande pre- sidente regionale del Piemonte Olinto Dal Lago, in occasione del Convegno nazionale di Asti. « Arrivò in classe , scrive Rosetta, un nuovo insegnante di religione laico e con grande nostra meraviglia, invece che parlar- ci dei comandamenti e dei precetti della Chiesa, cominciò a farci discutere di proble- mi che ci appassionavano, i diritti della per- sona umana, il vero significato della liber- tà, l’incidenza del principio di solidarietà, della comunicazione civile del paese e dei rapporti internazionali. L’atteggiamento verso il professore di religione cambiò radi- calmente e l’ora di religione non bastò più. Ricordo le lunghe camminate sul marciapie- de di via Carini, 28, dove abitava, circonda- to da un gruppo di giovani curiosi e pieni di interessi, che andavano a trovarlo a Villa Bassi per continuare a discutere con lui. Scoprii, poco alla volta, che Nosengo era fra gli autori del Codice di Camaldoli sui princi- pi economici, politici e sociali, elaborato tra ’43 e ’44, che servì in qualche modo an- che alla preparazione dei lavori dell’Assem- blea Costituente. Era il fondatore dell’UCIIM, era legato da un antico rapporto con i miei genitori Angelo Raffaele, Ministro dei trasporti, e Maria De Unterrichter, costituente, sottose- gretaria alla PI, che fu poi all’origine della fondazione dell’istituto Maria Montessori. La maturità classica non interruppe i nostri rapporti con lui , dice Rosetta, perché i suoi ex allievi continuavano a incontrarlo per di- scutere di temi generali e di scelte perso- nali e professionali. Era nato un profondo rapporto di fiducia e sentivamo che Nosen- go ci voleva bene e ci capiva. Questo rap- porto di fiducia dura ancora e lo ritrovo nella dimensione della preghiera». Il mio primo incontro nell’UCIIM nel convegno di Perugia del 1965 Il primo incontro personale con Nosengo lo ebbi nel marzo del 1965, a Perugia, in oc- casione di un convegno dedicato ai giovani insegnanti, che Nosengo aveva lungamente preparato, avendo anche rinunciato a un viaggio in Terra Santa. Lessi poi nel suo Dia- rio che prefigurava la gioia dell’incontro e temeva di non essere all’altezza del Con- vengo. Il giorno dell’arrivo e dell’inizio si scatenò una serie di condizioni avverse: sciopero generale dei treni, pioggia, freddo, accoglienza in un locale umido, improvvisa mancanza di corrente e conseguente semi oscurità. Nonostante tutto, i giovani colle- ghi arrivarono. Eravamo in settanta, i lavori si avviarono con la prima relazione di No- sengo, e con i lavori di gruppo, e la giornata si concluse con i canti serali, rallegrati da buon vino. Il clima si scaldò, era la Settima- na Santa, celebrata da don Lanfranco Lu- metti, consulente di Reggio Emilia. Nosengo scrive sul diario di quei giorni: « La Resurrezione di Gesù, sento sempre più vistosamente che è stata un fatto anche mio personale, che mi tocca da vicino, che
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