maggio-giugno 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2018 8 SALUTO DEL CONSULENTE ECCLESIASTICO NAZIONALE Padre Giuseppe Oddone, Consulente Ecclesiastico nazionale UCIIM S ono stato recentemente nominato dalla CEI, un po’ inaspettatamente a dire il vero, anche se sapevo che tra altri no- minativi c’era anche il mio, Consulente ec- clesiastico nazionale dell’UCIIM e Assistente nazionale dell’AIMC. Per questo motivo mi presento. Sono Pa- dre Giuseppe Oddone, dell’Ordine dei Padri Somaschi, ordine fondato nel 1528 da un nobile laico veneziano, San Girolamo Emi- liani, che dopo la sua conversione si dedicò con un originale metodo educativo alla rac- colta ed alla cura degli orfani e della gio- ventù abbandonata. Ho trascorso la vita nella Scuola, prevalentemente nel Liceo classico e scientifico del Collegio Emiliani di Genova Nervi, come insegnante di lettere classiche e dirigente, e da pochi mesi sono stato trasferito a Roma a Sant’Alessio al- l’Aventino per il servizio della mia Congre- gazione, «omai cive di quella Roma, onde Cristo è romano» (Purg. XXXII,101-102). La mia lettera di nomina come Consulen- te afferma che il mio compito è quello di alimentare il vostro senso di appartenenza alla Chiesa – un sentimento già profonda- mente radicato, costitutivo dell’UCIIM –, di tener viva la comunione con il Papa France- sco, con la CEI, con l’intera comunità cri- stiana. Sono invitato ad animare con voi l’azione pastorale della scuola, a promuove- re la vita spirituale dell’associazione con il contributo tipico del presbitero, attento al- le persone ed alle dinamiche relazionali, stimolando il fermento evangelico nella te- stimonianza cristiana dei docenti, dei diri- genti, del personale scolastico. È da poco stata divulgata l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate , sulla chia- mata alla santità nel mondo contemporaneo. Mi pare che quanto dice Papa Francesco, il cui desiderio è di riformare la Chiesa e di ri- portarla alla santità voluta da Cristo, una ri- forma sempre in atto vissuta nel passato da San Francesco e dai santi della riforma cat- tolica tra cui Sant’Ignazio di Loyola e poco prima dal mio fondatore San Girolamo Emi- liani, sia perfettamente coerente con quanto scrisse, visse e realizzò Gesualdo Nosengo: animare le realtà terrestri ed in particolare la scuola con la sintesi tra fede e vita nella quotidianità del lavoro educativo. Non spaventiamoci della parola santità, che è prima di tutto quella del popolo di Dio, a cui ognuno è chiamato: è una santità personale e graduale, ordinaria, «della por- ta accanto», che convive anche con i nostri difetti, una santità senza recinti e senza controllo della vita altrui. È una santità alimentata dalla fede, «so- stanza di cose sperate» (Eb. 11,1), cioè pos- sesso reale ed anticipato di Dio e del suo mistero, fede che concepisce la vita come missione, come un amore ricevuto e donato sotto lo sguardo del Signore al servizio degli alunni, per dare loro la cultura ed il senso del nostra esistenza, facendo comprendere da dove vengono e dove sono diretti. È an- che una testimonianza per i nostri colleghi, uno stimolo pure per la politica scolastica, perché si metta al servizio di ciascun alun- no, nella sua concretezza, nei suoi valori e nei suoi bisogni. Il lavoro della nostra associazione UCIIM presuppone – abbiamo detto in modo costitu- tivo e fondante - una fede vissuta. Concludo allora con quanto Dante nel Paradiso della Di- vina Commedia dice di essa a San Pietro, co- me testimonianza della sua vita di credente: Quest’è ’l principio, quest’è la favilla che si dilata in fiamma poi vivace, e come stella in cielo in me scintilla» (C. XXIV,145-47) Questo è l’augurio che faccio a voi ed a me: che il nostro impegno scolastico animato dalla fede sia una favilla che prima si dilata in fiamma vivace e poi scintilla in tutta la no- stra vita professionale come stella nel cielo!
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