Maggio-Giugno 2017

3 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2017 E d i t o r i a l e l’occasione ho potuto rivolgerle la domanda che ci riguarda più da vicino, cosa può fare la scuola, alla quale la professoressa ha ri- sposto con prontezza e passione. D: La scuola cosa può fare? R: La scuola fa tantissimo, l’ha fatto e lo dimostrerà negli anni perché dicevo poc’anzi la scuola è quella che sta cercando di far cambiare la società educando i giovani a de- terminati principi. Andando nelle scuole di tutta Italia porto ai ragazzi non solo la figura del Giovanni Falcone magistrato antimafia, ma dell’uomo che ha creduto in determinati principi che sono i valori fondamentali della nostra democrazia e i ragazzi mi dicono che se ci ha creduto lui possiamo crederci anche noi. […] Giovanni affermava che la mafia oltre ad essere un fatto criminale, è un fatto culturale e per combatterla e vincerla vera- mente è necessario che la società cambi e la si può cambiare soltanto attraverso i giovani adeguatamente educati. D: Come si fa a determinare che il 25° sia un esercizio retorico, ma serva effettiva- mente per il futuro? R: Se ci sono tanti ragazzi non ci può es- sere retorica. Tutto questo ci ha incorag- giati a soste- nere i nostri colleghi do- centi, di ogni ordine e grado di scuola, nel loro impegno di far cono- scere, in un più ampio conte- sto, anche «la storia e le ca- ratter i st i che del fenomeno, con particolare riguardo alla sua pervasività, che presenta il rischio di sempre maggiori in- quinamenti - e non soltanto nel Sud - del si- stema economico e delle Istituzioni pubbliche» al fine di «promuovere negli stu- denti il senso di responsabilità civile e demo- cratica per spronarli ad un costante impegno sociale». Abbiamo anche voluto chiedere a una gio- vane studentessa, Gaia Scorletti del Liceo Leonardo da Vinci di Maccarese (RM), che ha partecipato al viaggio della nave della lega- lità, le sue impressioni e le sue riflessioni in merito all’esperienza vissuta che troverete a pag. 42. Le sue parole ci fortificano nel no- stro ottimismo di cristiani e illuminano la no- stra speranza di insegnanti di lavorare per formare cittadini veramente degni di questo nome. Perché come sosteneva Giovanni Fal- cone Gli uomini passano, le idee restano. Re- stano le loro tensioni morali e continue- ranno a camminare sulle gambe di altri uomini. Se anche noi saremo stati e saremo degni del nostro lavoro gli uomini e le donne che porteranno avanti quelle idee saranno anche i nostri alunni.

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