Maggio-Giugno 2017

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2017 44 sciplinare nei propri regolamenti in modo dettagliato l’uso dei dispositivi. Nei regolamenti di istituto devono essere previste norme e regole relative al divieto di uso del cellulare, compresa quella del ritiro temporaneo del telefono, in caso di uso scor- retto o senza controllo in mano a minori. Resta inteso, come ha precisato anche la direttiva ministeriale, che nel caso in cui, durante lo svolgimento delle lezioni, vi sia- no eventuali esigenze di comunicazione tra gli studenti e le famiglie, dettate da ragioni di particolare urgenza o gravità, può esservi l’autorizzazione del docente. Se un ragazzo tiene il proprio telefonino spento, o in modalità silenziosa, non con- sultandolo, né utilizzandolo durante l’atti- vità didattica, e, soprattutto, non arrecan- do fastidio ai propri compagni di classe, al- lora non si pongono le condizioni del ritiro del cellulare e di alcun provvedimento di- sciplinare. Questo significa che un insegnante non può senza ragioni ricorrere alle maniere for- ti della consegna obbligata dei cellulari, co- me non può obbligare l’alunno alla conse- gna del cellulare per vedere cosa scrive o fotografa. Si tratta, come spiega la giuri- sprudenza, di un comportamento che viola la privacy degli studenti. Logicamente nei casi di particolare ed estrema gravità, in cui vi siano fatti di rile- vanza penale o situazioni di pericolo per l’incolumità delle persone, anche riconduci- bili ad episodi di violenza fisica o psichica o a gravi fenomeni di «bullismo», come già ha precisato la direttiva ministeriale, sarà possibile applicare sanzioni più rigorose che potranno condurre anche alla non ammissione allo scrutinio finale o all’esame di Stato conclusivo del corso di studi. Per completezza espositiva il di- vieto di utilizzare il telefono cellu- lare, durante le lezioni, vale anche per il personale docente, come già previsto da una circolare ministeria- le n. 362 del 25 agosto 1998. I doveri derivanti dal CCNL vigen- te e la necessità di assicurare, al- l’interno della comunità scolastica, le migliori condizioni per lo svolgi- mento sereno ed efficace delle attività di- dattiche, unitamente all’esigenza educativa di offrire ai discenti un modello di riferi- mento esemplare ne sostanziano la ragion d’essere. Infatti, al di là delle disposizioni prese in considerazione è comunque necessario, che, in relazione alla problematica qui trat- tata, la scuola e la famiglia realizzino un’azione sinergica, con una visione educa- tiva condivisa secondo quanto previsto dal patto di corresponsabilità ai sensi dello Sta- tuto delle studentesse e degli studenti Dpr n° 249, del 24/6/98 come modificato con Dpr 235 del 21/11/2007. L’uso del telefonino nelle aule è diventa- to consuetudine, impossibile fare marcia in- dietro, fa ormai parte della vita emotiva e affettiva dei ragazzi, dice Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva. È importate, sostiene, «scendere a patti con i ragazzi, stabilire le finestre in cui pos- sono usarlo e i momenti in cui assolutamen- te no», responsabilizzare i giovani al consa- pevole uso dei mezzi di comunicazione ci rende «liberi» di muoverci in un contesto scolastico all’interno di regole condivise. Per diventare cittadini consapevoli, in una società dove tutto è liquido e in conti- nua evoluzione, dove la tecnologia ormai segna il passo dei tempi, non possiamo e non dobbiamo soffermarci solo su regole e norme, ma co-costruire con i ragazzi una società di uomini e donne capaci di intera- gire responsabilmente con la società nelle sue diverse manifestazioni, rispettosa dei ruoli e delle funzioni di ognuno.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTYxOTA=