Maggio-Giugno 2017

triennale in Scienze dell’educazione nella classe L19 a indirizzo specifico per educato- ri dei servizi educativi per l’infanzia. Anche i laureati in scienze della formazione prima- ria potranno concorrere per posti di educa- tore, a condizione che frequentino uno spe- cifico corso di specializzazione, organizzato dalle Università, pari a 60 CFU. Non va poi sottovalutata la possibilità, assegnata alle programmazioni regionali, di costituire i cosiddetti «Poli per l’infanzia», che nell’intento del legislatore potranno ac- cogliere, in un unico plesso o in edifici vici- ni, strutture di educazione e di istruzione per bambine e bambini fino a sei anni di età, nel quadro di uno stesso percorso edu- cativo, nel rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno. Già previsto da alcune leggi regionali (la Calabria lo definisce, nella legge 15/2013, quale luogo in cui, oltre a condividere i ser- vizi generali e gli spazi collettivi ed abbat- tere i costi di costruzione e gestione, si fa- vorisce la continuità del progetto educativo per offrire ai bambini di diversa età espe- rienze programmate di gioco e di incontro), il Polo per l’infanzia potrebbe essere la so- luzione «light» da adottare in quei territori dove si riscontra maggiore carenza di strut- ture educative e, al contempo, una sottou- tilizzazione degli edifici scolastici. Ma cosa potrà veramente fare la diffe- renza per l’istituzione di un sistema inte- grato di qualità? Si tratta di uno dei compiti assegnati allo Stato: per assicurare la necessaria continui- tà educativa dovranno essere predisposti «gli orientamenti educativi nazionali per i servizi educativi per l’infanzia», attualmen- te non previsti a livello nazionale. Tali orientamenti dovranno prevedere gli oppor- tuni raccordi con le Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione sulla base di Li- nee guida pedagogiche proposte da una spe- cifica Commissione nazionale. A questi documenti prettamente pedago- gici si aggiungerà – come altro elemento qualificante – la formazione continua in ser- vizio di tutto il personale educativo e do- cente del sistema integrato. Già prevista dai contratti collettivi degli enti locali e dei gestori privati dei servizi educativi e scola- stici, la formazione in servizio obbligatoria è stata reintrodotta per i docenti di scuola statale proprio dalla legge 107. E, in ossequio a quanto previsto dalla leg- ge sulla Buona scuola, la formazione dovrà essere coerente, per tutto il sistema integra- to, con il Piano nazionale di formazione. Il Piano di azione nazionale e i finanziamenti Come si finanzia il sistema integrato di educazione e di istruzione? Semplice, a prima vista: viene istituito un Fondo nazionale la cui gestione è rimes- sa al MIUR. Con tale fondo, che a regime sarà pari a 239 milioni di euro annui (209 milioni per il 2017), verranno finanziati interventi relativi all’edilizia scolastica, una quota parte delle spese di gestione dei servizi educativi e del- le scuole dell’infanzia, la formazione conti- nua in servizio di educatori e docenti. Certamente i fondi non sembrano suffi- cienti a sostenere a pieno lo sviluppo del si- stema integrato, sia in termini quantitativi che qualitativi, ma è sicuramente un primo e positivo passo in avanti, perché a tali fi- nanziamenti si potranno aggiungere even- tuali altre risorse finanziarie sia statali che regionali. La ripartizione territoriale dei fondi sarà definita sulla base del numero di iscritti, della popolazione di età compresa tra zero e sei anni e di eventuali esigenze di riequili- brio territoriale (maggiori interventi dove minore è la presenza di servizi educativi), dei bisogni effettivi dei territori (più fondi dove ci sono maggiori richieste di iscrizioni) e della loro capacità massima fiscale (calco- lata principalmente sulla base di due tipolo- gie di entrate: imposte e tasse e tariffe sui servizi comunali), e sarà effettuata sempre e soltanto nell’ottica di una compartecipa- zione alle spese da parte dello Stato. Ma per arrivare all’erogazione effettiva dei fondi, che sarà effettuata direttamente ai Comuni senza passare per i bilanci regio- nali, si dovrà raggiungere una intesa in Con- ferenza unificata, dove il MIUR è solo uno dei componenti… 40 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2017

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