Maggio-Giugno 2017

1 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2017 E d i t o r i a l e Rosalba Candela, Presidente nazionale UCIIM 23 MAGGIO 2017. Varco per la prima volta la porta dell’aula bunker di Palermo. Si celebrano Falcone e Borsellino. È LA GIORNATA DELLA LEGALITÀ. Ricordare ogni anno è doveroso non solo per tenere vivo un triste ricordo ma per pro- muovere valori quali giustizia, legalità, soli- darietà, libertà, pace. Nata e cresciuta nella valle del Belice, ri- cordo i tanti morti ammazzati che funesta- vano le vie del mio piccolo comune già distrutto dal terremoto del ’68, ricordo la pa- rola mafia pronunciata da tutti con ostentata indifferenza. Ricordo il funesto silenzio della gente ma, stranamente, anche della scuola. Un silenzio che si perpetrò persino il 29 lu- glio del 1983 quando fu ucciso Rocco Chinnici che nel mio comune fu pretore dal 1954 al 1966. Poi qualcosa cambiò: arrivò il maxipro- cesso con i primi colpi veri inferti alla mafia. Ma la mafia reagì violentemente fino ad ordire la «Strage di Capaci», il 23 maggio 1992, con l’uccisione di Giovanni Falcone e la sua scorta e, nello stesso anno il 19 lu- glio, Paolo Borsellino con la sua scorta. Per fortuna le coscienze assopite si sve- gliarono, la rabbia esplose e si trasformò in bisogno di riscatto. Finalmente la Sicilia reagiva: in segno di protesta e rivolta a Palermo la gente stese alle finestre, per le strade, lenzuola bianche divenute poi simbolo di lotta alla mafia. Anche la scuola si svegliò. Subito dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, nel 1993, venne emanata la circolare Jervo- lino: « Il contesto storico-sociale nel quale la scuola italiana si trova attualmente ad operare, richiede da parte di tutti gli opera- tori scolastici una sempre più rigorosa e pun- tuale attenzione per alcuni aspetti assai preoccupanti delle vicende nazionali, che sembrano registrare una obiettiva diminu- zione della consapevolezza del valore della legalità. Ciò va collegato principalmente alla crisi di valori, alla quale anche il Capo dello Stato ha fatto riferimento in un suo saluto al mondo della scuola, con un’analisi dolo- rosa, che lo ha indotto a parlare di delitti atroci in Patria con la morte di persone che avevano posto la loro vita al servizio della comunità, dello Stato». (Circolare Ministe- riale 25 ottobre 1993, n. 302). Eppure già nel 1958 il Decreto Moro reci- tava che «l ’educazione civica ha da essere presente in ogni insegnamento », che «ogni insegnante prima di essere docente della sua materia, ha da essere eccitatore di moti di coscienza morale e sociale ». (D.P.R. 13 giu- gno 1958, n. 585). Chissà… se la scuola, i Docenti, avessero dedicato più tempo all’educazione di quei moti di coscienza morale, sociale, politica chissà… la storia poteva forse essere diversa! PER RICORDARE… ...E NON SOLO

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